Tra diritti e doveri: un’Europa da costruire

Dal Senato a Budapest: affrontiamo con onestà la realtà

Questi ultimi giorni sono stati intensi e particolarmente significativi, tanto sul piano politico nazionale quanto su quello europeo.

UN’ASSEMBLEA COSTITUENTE NECESSARIA

Questa mattina, insieme alla Fondazione Einaudi, abbiamo presentato in Senato una proposta di legge per istituire un’Assemblea per la riforma della Costituzione. È ormai evidente che l’attuale Governo non ha forza, né la volontà di approvare una riforma costituzionale organica, né di portare a termine quella molto parziale, che pure ha promosso, sulla forma di governo e sull’elezione diretta del Presidente del Consiglio.

In un Paese in cui, in base a un sondaggio che abbiamo presentato al nostro recente Congresso, il 36% della popolazione si dichiara favorevole a un sistema autoritario e la disaffezione al voto è sempre più allarmante, il nostro dovere è avviare un percorso che rafforzi e rinnovi la democrazia.

Proponiamo un’Assemblea eletta ad hoc con il mandato di elaborare una riforma complessiva della Parte seconda della Costituzione, relativa all’ordinamento della Repubblica. Non si tratta soltanto di una revisione tecnica, ma di un atto politico di grande responsabilità per l’adeguamento dell’organizzazione dello Stato e il rafforzamento delle garanzie dei cittadini.

In un contesto di fortissima polarizzazione politica, questo non è un lavoro che possa essere condotto dalla Camera e dal Senato, in un muro contro muro tra maggioranza e opposizione. Occorre una Costituzione più moderna ed essenziale, che renda le istituzioni più efficaci e vicine ai cittadini, senza però intaccare i diritti fondamentali che ne costituiscono l’ossatura democratica.

La riforma che proponiamo prevede:

  • che sia costituita un’Assemblea di 100 membri, eletti con sistema proporzionale;
  • che la durata dei lavori dell’Assemblea sia di un anno, prorogabile di soli sei mesi;
  • che sia approvata un’unica legge di riforma organica della Parte seconda della Costituzione a maggioranza assoluta dei membri dell’Assemblea;
  • che la legge di riforma sia in ogni caso sottoposta a un referendum popolare confermativo.

Per rendere i “nuovi costituenti” liberi da qualunque conflitto di interesse, proponiamo che gli eletti all’Assemblea costituente non solo decadano dall’incarico parlamentare o di governo ricoperto al momento dell’elezione, ma non possano ricandidarsi alle successive elezioni politiche.

Nei prossimi giorni contatterò tutti i partiti, da destra a sinistra, per provare ad avviare un confronto aperto e costruttivo su questa proposta nell’interesse del Paese.

DIFENDERE I DIRITTI: DA BUDAPEST UN MONITO PER L’EUROPA

E mentre in Italia affrontiamo una grande sfida istituzionale, in Ungheria si è tenuto un evento che merita attenzione. Sabato scorso, oltre 100.000 persone hanno partecipato al Pride di Budapest, nonostante il divieto imposto dal governo di Viktor Orbán. Una manifestazione coraggiosa in un contesto che mira a erodere lo stato di diritto.

Per un liberale come me era doveroso essere presente, insieme a 70 parlamentari provenienti da tutta Europa e con una delegazione di Azione composta dai deputati Fabrizio Benzoni, Giulia Pastorella e dalla vicesegretaria Francesca Scarpato, oltre a tanti giovani militanti Under30. L’Europa si fonda sullo Stato di diritto, la tutela del diritto di manifestare pacificamente e di amare chi si vuole indipendentemente dal sesso.

L’Ungheria di oggi si allontana ogni giorno di più dai valori fondanti dell’Unione europea: ostacola le sanzioni contro la Russia, limita la libertà della magistratura e reprime le libertà civili. È giunto il momento di affermare con chiarezza che l’appartenenza all’Europa richiede coerenza con i suoi principi. Non possiamo accettare che risorse europee continuino a finanziare chi agisce in aperto contrasto con la democrazia liberale e non possiamo restare in silenzio davanti a questa pericolosa deriva proputiniana e autoritaria.

Con questo spirito, ho incontrato il sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, che ha avuto il coraggio di sfidare pubblicamente il divieto governativo. La sua azione è un esempio di resistenza civile e di impegno per la libertà.

Tra l’altro ho fatto presente al Presidente del Senato La Russa, il cui unico commento a tutto questo è stato “Chissà se i politici italiani a Budapest hanno portato un fiore ai martiri del 1956”, che gli è andata male, dal momento che ci sono stato proprio prima di andare al Pride. Per me si è antitotalitari sempre, ieri come oggi. Non a esigenze alterne, come fa lui, custode in casa di un busto del Duce.

MAGNA MAGNA. SPECIAL: DON’T LOOK (TR)U(M)P

In un momento in cui gli scenari internazionali sembrano proiettarci in una sit-com americana e sentiamo la guerra più vicina che mai, possiamo permetterci di non riarmarci? E quanto ci costa? Quei soldi vengono davvero tolti alla sanità? Chi andrebbe al fronte? Quanti missili abbiamo? Li abbiamo?

Più passano i giorni e si susseguono gli eventi, più le domande che meriterebbero una risposta netta aumentano; per questo abbiamo provato a fare un po’ d’ordine in una puntata speciale del podcast Magna Magna ( Spotify |  YouTube) con l’aiuto del Professor Vittorio Emanuele Parsi.

Recupera la puntata e dimmi cosa ne

Che si tratti della proposta per un’Assemblea Costituente, della partecipazione al Pride di Budapest o della riflessione sugli scenari internazionali emerge la stessa esigenza: affrontare con onestà la realtà. Solo così possiamo costruire un futuro solido e condiviso.

CC-Firma

Ti segnalo che il prossimo incontro della rubrica Tra le Righe – la nostra reading list commentata – si terrà il 21 luglio 2025 alle ore 19:00, e sarà dedicato al libro Karl Marx di Isaiah Berlin. Iscriviti QUI.