Piano Scuola

Premessa
Dopo oltre un anno di lavoro, abbiamo presentato il nostro programma per riformare profondamente tutti gli ambiti del sistema scolastico ed educativo. Un piano che non nasce dall’alto, ma da un ampio lavoro di ascolto e confronto con chi la scuola la vive ogni giorno — studenti, insegnanti, famiglie, dirigenti. Lo ha curato Maria Pia Bucchioni, nostra responsabile scuola, raccogliendo e traducendo in proposte concrete le istanze di un mondo troppo spesso ignorato.
Non ci interessano gli auguri retorici agli studenti per la maturità:
❍ Un terzo di loro ci dice che vuole lasciare l’Italia.
❍ Un quarto non riesce a comprare il materiale scolastico di base o a partecipare alle gite.
❍ metà non leggerà mai un libro.
Come abbiamo sempre sostenuto in Azione, l’istruzione rappresenta, insieme alla sanità e alla dignità salariale, uno dei tre pilastri fondamentali su cui si regge la coesione sociale di un Paese. Eppure, da anni, la politica italiana ha smesso di occuparsene con la serietà e la visione che meriterebbero. Ha preferito rincorrere emergenze, distribuire bonus occasionali e alimentare una retorica vuota, dimenticando che senza scuola non c’è mobilità sociale, non c’è crescita, non c’è cittadinanza.
Criticità
✘ Disparità nell’accesso al tempo pieno e carenza di attività extracurricolari
❍ Il rendimento scolastico è significativamente più basso tra gli studenti che non frequentano il tempo pieno, penalizzando soprattutto chi proviene da contesti svantaggiati.
❍ In Italia solo il 38% delle classi offre il tempo pieno: un modello educativo ancora troppo poco diffuso rispetto alla sua efficacia dimostrata nel contrastare la dispersione scolastica.
✘ Debolezza dell’offerta formativa professionale e scarso allineamento con il mercato del lavoro
❍ Nel 2023, il 10,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha abbandonato precocemente la scuola, un dato peggiore della media UE (9,6%) e lontano dagli obiettivi europei al 2030.
❍ Tra il 2022 e il 2026, l’offerta formativa dei percorsi IeFP coprirà solo il 68% della domanda di lavoro prevista: un evidente disallineamento tra scuola e mercato del lavoro.
✘ Percorsi scolastici troppo lunghi e ritardi nell’ingresso nel mondo del lavoro
❍ I giovani italiani lasciano la casa dei genitori mediamente a 30 anni, contro una media europea di 26,4 anni: un dato che riflette ritardi nell’autonomia e nell’ingresso nel mondo adulto.
❍ L’inizio della carriera lavorativa avviene tardi: a 24 anni per gli uomini e 26,2 per le donne, il peggior dato tra i Paesi UE, spesso legato anche alla durata e all’organizzazione del ciclo scolastico.
✘ Organizzazione scolastica poco flessibile e inadeguata ai bisogni delle famiglie
❍ L’Italia ha uno dei calendari scolastici meno razionali in Europa: le vacanze estive sono tra le più lunghe e un terzo delle famiglie con figli non può permettersi una vacanza.
❍ Le risorse stanziate per i libri scolastici non sono sufficienti, e nelle scuole secondarie i libri italiani risultano essere il 200% più voluminosi rispetto a quelli francesi o spagnoli, aumentando inutilmente costi e carico didattico.
✘ Assenza strutturale di supporto psicologico in risposta ai disagi giovanili
❍ Oltre 2 milioni di adolescenti soffrono di disagi psicologici, e nel solo 2023 si sono registrati 3,6 milioni di casi legati ai disturbi del comportamento alimentare.
❍ I tentativi di suicidio tra i giovani sono cresciuti del 75% negli ultimi due anni: la scuola è oggi priva di un presidio strutturato di supporto psicologico.
✘ Domanda non soddisfatta nei servizi per l’infanzia
❍ L’Italia investe meno della media europea nei servizi per la prima infanzia, con un impatto diretto sulla partecipazione delle donne al lavoro.
❍ Gli asili nido coprono solo il 28% della domanda e il 63% delle strutture pubbliche non riesce a soddisfare tutte le richieste.
❍ I bambini a rischio povertà che accedono al nido sono solo il 17,9%, contro il 27,5% dei loro coetanei: una diseguaglianza educativa già nella fascia 0–3 anni.
✘ Scarsa attrattività della professione del docente e assenza di reali meccanismi di valorizzazione
❍ L’Italia ha la quota più alta di docenti over 50 tra le grandi economie europee, a conferma di un mancato ricambio generazionale.
❍ Gli stipendi d’ingresso sono bassi e la progressione salariale è lenta; la valorizzazione del merito prevista per legge resta inapplicata nella pratica.
✘ Autonomia scolastica limitata da vincoli burocratici e governance obsoleta
❍ I dirigenti scolastici, pur teoricamente titolari di poteri gestionali, incontrano vincoli normativi e burocratici che impediscono il pieno esercizio dei “poteri di direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane”.
❍ Gli organi collegiali hanno una struttura vecchia di 50 anni e non riflettono l’autonomia conquistata dalle scuole in questi decenni.
✘ Edilizia scolastica obsoleta, insicura e non accessibile
❍ Nell’ultimo anno scolastico si è registrato un numero record di crolli: un segnale drammatico della scarsa sicurezza strutturale degli edifici.
❍ Il 58% delle scuole non possiede la certificazione di agibilità statica, solo l’1% è accessibile ad alunni ciechi o ipovedenti, e il 60% non ha una palestra: condizioni inaccettabili per un Paese del G7.
La nostra proposta
✔ Estendere il tempo pieno
Introdurre il tempo pieno in tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado, iniziando con una sperimentazione triennale nelle aree a maggiore disagio sociale, da estendere a livello nazionale in caso di esito positivo.
✔ Potenziare l’istruzione e formazione professionale
Finanziare nuovi percorsi IeFP nelle 20 province italiane con il più alto Indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale (IVSM), coinvolgendo il 30% dei giovani a rischio di abbandono scolastico.
✔ Accorciare il percorso scolastico
❍ Ridurre da 5 a 4 anni la durata delle scuole secondarie di secondo grado (licei e istituti), per anticipare l’ingresso nel mondo del lavoro.
❍ Introdurre un sistema efficace di controllo del rispetto dell’obbligo scolastico e formativo fino ai 18 anni.
✔ Riorganizzare il sistema scolastico
❍ Rimodulare i calendari scolastici delle scuole dell’obbligo, riducendo le vacanze estive e favorendo l’apertura degli istituti anche nei mesi estivi per attività di recupero e supporto.
❍ Rendere progressivo e più equo il supporto economico alle famiglie per l’acquisto dei libri di testo.
❍ Vietare per legge l’utilizzo dei telefoni cellulari in classe, salvo scopi didattici.
✔ Introdurre lo psicologo scolastico
Garantire la presenza stabile di uno psicologo in tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado, con assegnazione a due istituti per 38 ore settimanali complessive (19 ore per ciascuna scuola).
✔ Aumentare l’offerta di asili nido e sezioni primavera
❍ Raggiungere gli standard europei di copertura dei posti negli asili nido, tramite nuove convenzioni con strutture private e potenziamento delle sezioni Primavera.
❍ Estendere la gratuità del servizio nido, con una disciplina uniforme a livello nazionale.
✔ Riformare la carriera dei docenti
❍ Adeguare lo stipendio iniziale dei docenti italiani agli standard dell’Eurozona.
❍ Ridurre del 30% gli anni necessari per raggiungere il massimo salariale.
❍ Introdurre un sistema di valutazione periodica e formativa per gli insegnanti, premiando il merito.
❍ Aumentare di circa 2.800 unità il numero di ispettori scolastici regionali per garantire la qualità del sistema.
✔ Rafforzare l’autonomia scolastica
❍ Introdurre maggiore flessibilità nella selezione dei supplenti da parte dei dirigenti scolastici.
❍ Potenziare l’organico ATA con nuove assunzioni.
❍ Riformare gli organi collegiali, adeguandoli all’autonomia delle scuole.
✔ Riqualificare l'edilizia scolastica
❍ Avviare un grande piano di riqualificazione degli edifici scolastici, partendo da quelli situati in aree sismiche o idrogeologicamente fragili.
❍ Finanziare e attuare i PEBA (Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche).
❍ Portare al 50% la quota di scuole dotate di palestra, con priorità ai territori oggi sprovvisti.