L’indifferenza e la noia
Nei giorni scorsi Mario Draghi e Sergio Mattarella, gli adulti nella stanza, hanno spiegato che l’Europa è a un punto di rottura. Senza una difesa comune, energia a costo decoroso e crescita, il rischio è l’avvitarsi dell’UE in una crisi economica e geopolitica che favorirà i movimenti antieuropei e la disgregazione di quanto costruito negli ultimi ottanta anni.
Mentre Draghi e Mattarella parlavano di cose serie con la dovuta gravitas, in Parlamento andava in scena l’ennesimo spettacolo da circo durante il Premier Time: parlamentari vestiti da fantasma, Conte che berciava sulla mafia e sui guerrafondai, Bonelli che urlava come un ossesso e la destra che rispondeva con le solite odi all’operato della Meloni.ì
Il nostro Capogruppo Matteo Richetti ha posto domande precise e circostanziate alla Premier ricordandole che recentemente Azione ha fatto e inviato proposte concrete su energia, automotive e crescita che però il Governo ha sostanzialmente ignorato.
Della nostra interrogazione non troverete neppure un accenno sui giornali di oggi. Ha fatto dunque bene Riccardo Magi a vestirsi da fantasma e Giuseppe Conte ad urlare a perdifiato. La politica oggi è spettacolo e insulti.
Mi domando davvero se siamo adatti a fare politica in questi tempi. A cosa serva lottare per gli operai di Stellantis se il prezzo è essere oscurati da Repubblica e Stampa nell’indifferenza generale?
Perché spendere tempo e risorse per fare proposte approfondite se non c’è un singolo media disposto a riprenderle e un politico pronto a discuterle?
Quanto è davvero utile cercare di contrastare le fake news di Travaglio, Orsini e Santoro sull’Ucraina se poi tutti i talk show continuano ad ospitarli senza alcun vero contraddittorio?
Che senso ha combattere una battaglia lunga anni per avere un’ILVA bonificata e funzionante quando poi viene distrutta per fare un favore a Barbara Lezzi e nessuno dei partiti responsabili paga uno scotto elettorale?
In questi anni ho sempre pensato che serietà, etica pubblica, profondità e obiettività avrebbero pagato. Ritenevo che votare i provvedimenti giusti degli avversari, che fosse il Governo Conte o quello Meloni, avrebbe ricostruito un rapporto di fiducia con gli elettori. Ho erroneamente considerato che le incoerenze del PD, del M5S, di Salvini, Renzi e Meloni avrebbero alla fine determinato una ripulsa dei cittadini e la scelta di un modello diverso di fare politica.
Non è così. Può non esserci acqua potabile in Sicilia, ma i siciliani continueranno a votare per le stesse persone che hanno causato questo disastro. Il PD può serenamente promuovere un referendum contro le riforme del PD e allearsi con i 5S filoputiniani, ma non un voto si muoverà e non un riformista considererà che è forse tempo di uscire.
Durante il nostro Congresso abbiamo reso noto un sondaggio che mostra come il 36% degli italiani sia oggi favorevole ad una dittatura (il 52% tra i giovani sotto i 34 anni), ma la notizia non ha trovato alcun eco.
Sono convinto che le democrazie finiscano così, nell’indifferenza generale. Un’onda si sta gonfiando sotto di noi ma non riusciamo a sentirla, siamo troppo presi dai nostri giochi adolescenziali.
Possiamo ritenere che sia solo responsabilità della politica, ma dentro di noi sappiamo che questo è un alibi autoassolutorio. I politici non arrivano da Marte, li scegliamo noi. Confesso che il sentimento prevalente è la noia. Ogni giorno speso dentro questo circo Barnum mi sembra estremamente noioso, ripetitivo e improduttivo. Ma nonostante questo, provare a cambiarlo è un nostro dovere civico e morale.
