L’errore/orrore dell’Europa nel negoziato con Trump

Ma come funzionano i dazi?

Quello a cui stiamo assistendo in queste ore è, senza giri di parole, un atto di resa incondizionata da parte dell’Unione europea a Trump. Quello presentato, infatti, non è un accordo ma una capitolazione dell’Europa che ha smesso di fare politica e di un’Italia che ha scelto di accodarsi e di non disturbare il manovratore.

Come si è arrivato a questo negoziato 15% a 0? Facile, arrivando alle trattative disarmati. Quando qualcuno ti mette dei dazi politici, cioè ingiustificati (che non sono contro una pratica commerciale scorretta, ma semplicemente per penalizzare uno o più specifici stati), la regola vuole che tu immediatamente gli metta gli stessi dazi. Questo perché se si apre un negoziato hai qualcosa su cui trattare per poi arrivare ad un accordo equilibrato (stesso livello tariffario).

E, invece, non solo tutto questo non è stato fatto, ma per di più la Von der Leyen – con una squadra di negoziatori a trazione tedesca – ha firmato un patto che obbliga l’Europa non solo a tenersi i dazi americani, ma anche a importare energia per 750 miliardi e investire 600 miliardi in America. E l’idea che farlo serva ad “evitare tensioni” è semplicemente ridicola: la tensione c’è già adesso.

E chi pagherà il prezzo di tutto questo? Le imprese europee, in primis il settore automotive. Per loro produrre in Europa significherà oggi un +15% di dazio, un +13% legato alla svalutazione competitiva del dollaro, un costo dell’energia più alto e il peso di normative ambientali ideologiche, scollegate dalla realtà industriale. Chi, secondo voi, alle condizioni esposte resterà a produrre in Europa? A rischio quindi ci sono migliaia di posti di lavoro e relative famiglie.

E il paradosso ulteriore è che questa operazione danneggerà anche gli americani, perché genererà inflazione interna, aumentando il prezzo dei beni di consumo.

Ora ci diranno che questo era necessario per mantenere buoni rapporti con l’America. No. Questo è solo e soltanto un precedente pericolosissimo: quando accetti una prepotenza per evitare uno scontro, stai solo rinviando – e ingigantendo – lo scontro. Quando ti inginocchi davanti ad un bullo lo inviti solo a colpirti di nuovo.

La cosa più ipocrita, in tutto questo, è il silenzio assordante del governo italiano. Prova solo per un secondo a immaginare cosa avrebbero detto e fatto Meloni e Salvini se al posto di Trump ci fosse stato Biden. Te lo dico io, si sarebbero incatenati nudi a urlare davanti alla Commissione.

Noi dobbiamo dirlo chiaramente: chi crede nell’Europa non può accettare tutto questo. Chi governa l’Italia non può restare muto quando il nostro interesse nazionale viene calpestato. E chi ha a cuore il lavoro, l’impresa, la produzione, non può assistere in silenzio a questa fuga collettiva dalla responsabilità.

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