
Le nostre proposte sull’energia

Le nostre proposte di breve periodo e di medio-lungo periodo.
Per affrontare le crisi del caro-bollette e del caro-carburante abbiamo definito delle proposte di breve periodo, finalizzate a mitigare gli effetti negativi dell'aumento dei prezzi sulle imprese e sulle famiglie.
Abbiamo inoltre formulato proposte di medio/lungo periodo finalizzate a ridurre la volatilità causata dalla dipendenza dall'estero, a incrementare la produzione energetica tramite fonti rinnovabili e conseguentemente a ridurre il prezzo dell'energia.
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Proposte di breve periodo per famiglie e imprese
. 1. Tassare parte degli extra profitti di chi produce/vende energia per ridurre il costo delle bollette delle famiglie e delle imprese Il meccanismo di formazione del PUN genera un unico prezzo per tutta l'energia indipendentemente dalla fonte di produzione: chi importa energia nucleare o produce energia tramite fonti rinnovabili, in particolare il grande idroelettrico, continua ad avere gli stessi costi che risultavano remunerati quando il PUN era di 55 € MWh (media degli ultimi 10 anni) ma riesce a vendere al prezzo unico che è aumentato di 4-5 volte, a causa del prezzo del gas e del maggior costo della CO2. Anche chi produce energia da fonti fossili sta beneficiando di profitti molto più alti di quelli degli anni passati: i) l'aumento del prezzo del carbone è stato in proporzione minore rispetto all'aumento del prezzo dell'elettricità; ii) molti produttori di energia tramite gas naturale acquistano gas tramite accordi di lungo periodo il cui prezzo non è aumentato in modo significativo. Proponiamo di tassare (almeno al 50%) gli extraprofitti di chi produce e/o vende (es.: traders) energia al fine di ridurre il costo delle bollette delle famiglie e delle imprese senza gravare sulle casse dello Stato. Si stima che la quota di extra-profitti rispetto all'anno precedente potrebbe raggiungere i 20 miliardi di euro. 2. Mettere a disposizione delle imprese una parte delle scorte strategiche di gas a prezzi calmierati L'Italia ha una riserva strategica di gas pari a circa 5 miliardi di metri cubi. Stando ai dati ARERA, le industrie usano complessivamente circa 10 miliardi di metri cubi l'anno per le loro attività di produzione. Per alleviare gli effetti negativi del rialzo dei prezzi del gas sulle imprese, la nostra proposta è di vendere parte del gas della riserva strategica a prezzo di costo, per abbassare il costo medio complessivo di gas per le imprese. 3. Aumentare le importazioni di gas naturale liquefatto (LNG) Per diversificare nel breve periodo le importazioni di gas, è necessario puntare sul gas naturale liquefatto (LNG), che può essere trasportato tramite navi da Paesi che non sono collegati all'Italia tramite gasdotti. Per poter distribuire tale gas nella pipeline italiana deve prima essere riconvertito allo stato gassoso tramite rigassificatori. Nel breve periodo quindi, occorre comprare/noleggiare almeno 2 rigassificatori galleggianti per una capacità complessiva pari a circa 15 miliardi di metri cubi l'anno. 4. Riattivare temporaneamente le centrali elettriche a carbone Proponiamo di aumentare temporaneamente la produzione di energia a carbone (il cui prezzo è aumentato meno di quello del gas naturale) per uscire dalla crisi del caro bollette. In particolare, utilizzando tutta la potenza installata (circa 7,5 GW), che può lavorare per circa 7.500 ore annue, potremmo produrre su base annua circa 31 TWh, invece dei 13 TWh del 2021. Inoltre, se riavviassimo anche le sezioni di alcuni impianti, come Brindisi e Fusina, attualmente ferme potremmo produrre fino a ulteriori 24 TWh annui. In totale quindi potremmo temporaneamente sostituire circa il 35% dell'energia elettrica normalmente prodotta a gas con energia prodotta a carbone, tornando alla produzione a gas non appena la situazione si normalizzerà. Questo consentirebbe di far diminuire il costo dell'energia e ridurre di circa 9 miliardi di metri cubi la domanda di gas. .VAI ALLE MISURE SPECIFICHE
. 5. Incentivare la produzione di energia tramite impianti fotovoltaici per l'autoconsumo Proponiamo un credito d'imposta del 30% per la costruzione di impianti fotovoltaici destinati all'autoconsumo da parte delle imprese sui propri terreni industriali (sia sui tetti che nel terreno dello stabilimento) e al 70% per l'acquisto di sistemi di accumulo. La costruzione di questi impianti non richiede un processo autorizzativo lungo in quanto i terreni sono già adibiti ad uso industriale e l'allaccio alla rete elettrica (di media tensione) è spesso già previsto. Questo consentirà alle imprese di ridurre il costo dell'energia entro il 2022 e di limitare il ricorso al gas per la produzione di energia elettrica durante il prossimo inverno quando tale risorsa potrebbe scarseggiare. 6. Bonus una tantum ai dipendenti de-tassato e de-contribuito Consentire alle imprese di pagare un premio di produzione (fino a €2.000 entro settembre 2022) una tantum tramite voucher da spendere su specifici prodotti che hanno subito un rilevante aumento dei prezzi (es: carburante e generi alimentari). Tale contributo non dovrà comportare il pagamento di tasse e contributi da parte del lavoratore e consentirà all'impresa di maturare un credito d'imposta pari al 70% utilizzabile fino al 2025. 7. Interventi specifici per il caro-carburante La portata dell'aumento dei prezzi dell'energia e del carburante sta avendo conseguenze che non riguardano un singolo ministero ma l'intero assetto economico-industriale. Per questo occorre nominare un commissario straordinario che riesca ad operare coordinando il lavoro dei diversi ministeri e curando i rapporti con le associazioni di rappresentanza. Riteniamo inoltre necessario ridurre temporaneamente il prezzo dei carburanti fino a €1,7/litro diminuendo l'IVA e le accise Infine, a livello europeo, deve essere varato un Fondo di sostegno che compensi il rialzo delle materie prime e finanzi gli investimenti per gas e rinnovabili. .Proposte di medio periodo di sistema
. 1. Diversificare le importazioni di gas naturale Il gas naturale è considerata la migliore energia di transizione in quanto inquina meno degli altri combustibili fossili. Considerato che saremo dipendenti dal gas naturale almeno fino al 2050, è fondamentale diversificarne il più possibile le forniture al fine di ridurre il rischio di mancati approvvigionamenti:- Per aumentare la diversificazione delle forniture di gas liquefatto è necessario sbloccare e portare a termine i rigassificatori ad oggi bloccati (Es: Porto Empedocle, Gioia Tauro e Falconara) che consentiranno di rigassificare circa 20 miliardi di metri cubi di gas
- Per aumentare la diversificazione delle forniture di gas naturale è necessario:
- Costruire un gasdotto che colleghi i rigassificatori spagnoli (costruiti con fondi europei) attualmente utilizzati al 28% con l'Italia (Ventimiglia);
- Costruire il gasdotto Eastmed che consentirebbe all'Italia di importare gas da Israele (circa 10 miliardi l'anno)
- Raddoppiare il pompaggio del TAP per aumentare da 10 a 20 miliardi di metri cubi il gas importato dall'Azerbaijan. Per far questo basterebbe aggiungere una stazione di compressione in Grecia e una in Albania.
- Uniformare il processo autorizzativo su tutto il territorio nazionale, sia per quanto riguarda la documentazione da presentare, sia per le tempistiche, che devono essere certe e non superare i due anni, come previsto dalla Direttiva UE;
- Affidare ad appositi uffici tecnici regionali la gestione dell'intera procedura, eliminando la dualità Regioni/Comuni, e finanziare la formazione e l'internalizzazione di competenze tecniche da parte di funzionari regionali addetti;
- Prevedere una procedura autorizzativa ridotta (sia amministrativa, che di valutazione di impatto ambientale) per gli interventi di repowering di impianti esistenti e obsoleti qualora l'intervento non preveda ulteriore occupazione di suolo, qualificandoli come "varianti non sostanziali" uniformemente sul territorio nazionale;
- Prevedere procedure ridotte per gli impianti eolici offshore, in particolare quelli galleggianti, e di fotovoltaico in aree da bonificare, integrati con sistemi di accumulo.