Le nostre parlamentari ricordano il 25 novembre

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25/11/2022

Giusy Versace, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini ricordano le giornata contro la violenza sulle donne.

Giusy Versace: "Oggi in Senato abbiamo votato per rinnovare, anche in questa legislatura, l'istituzione della Commissione di inchiesta sul femminicidio, da sempre monocamerale: con il Terzo Polo, abbiamo voluto diventasse bicamerale per conferirle maggiore se noi avremmo voluto che da monocamerale diventasse bicamerale per coinvolgere tutto il Parlamento e conferirle maggiore impulso a lavorare meglio.

Oggi in Aula l'amico e collega Ivan Scalfarotto ha dato un prezioso contributo riportando all'attenzione del Parlamento i numeri drammatici di un fenomeno che non si arresta. Troppe donne continuano a morire e nella maggior parte dei casi per mano di uomo, un compagno, un marito, un familiare. Il nuovo intervento normativo, approvato nella scorsa legislatura e che consente di raccogliere i dati statistici di questa piaga, è fondamentale, soprattutto nei casi di violenza e discriminazioni multiple come quelle subite dalle donne con disabilità, ai quali spesso è preclusa anche la possibilità di denunciare il proprio aguzzino.

Su questo tema, già nella scorsa legislatura con due mozioni approvate alla Camera, una a mia prima firma e una a prima firma dell'amica Lisa Noja, il Governo si era impegnato ad agire più concretamente. Oggi, accogliendo con soddisfazione l'approvazione unanime della istituzione della Commissione, siamo consapevoli però che questa battaglia, che ci vede tutti coinvolti, è solo un inizio rispetto a quanto ancora c’è da fare.

Dobbiamo interrogarci seriamente sul perchè nonostante le leggi e le campagne di sensibilizzazione, le donne continuano a essere uccise. Auspico che la Commissione possa aiutarci a comprendere meglio come e dove serve intervenire".

 

Mara Carfagna: "La repressione dei crimini contro le donne deve essere associata alla prevenzione. I violenti, gli assassini, vanno fermati prima che compiano i loro crimini.

Ho scelto di celebrare questa giornata a Terzigno nel ricordo di Enza, una donna giovane, solare, coraggiosa, che aveva provato a liberarsi da un amore violento denunciando venti volte l'uomo che diceva di amarla e che invece l'ha uccisa. La sua storia non è solo l'emblema della piaga dei femminicidi ma anche un potente richiamo ai doveri dello Stato, della pubblica sicurezza, della magistratura.

Il dovere di proteggere le donne dai loro persecutori, di fermare i violenti prima che uccidano o aggrediscano, di dare uno scudo non solo alle donne, ma anche ai loro figli, il dovere di applicare le leggi con severità e rigore, senza trascurare o sottovalutare alcun dettaglio.

Di buone norme ne abbiamo scritte tante negli ultimi anni, ma evidentemente ancora non basta. Per questo insieme alle ministre del precedente Governo abbiamo proposto un anno fa, e riportato in Parlamento nelle scorse settimane, un pacchetto di misure che prevedono il fermo dei violenti ogni volta che l'autorità pubblica veda un concreto rischio per l'incolumità delle donne, l'obbligo di arrestare chi viola i divieti di avvicinamento, l'ampliamento dell'uso del braccialetto elettronico, con il carcere o i domiciliari per chi lo rifiuta o lo manomette.

A tutte le forze politiche chiedo di lavorare insieme perché queste misure vengano approvate quanto prima. Non sono norme di destra, di sinistra o di centro, ma norme di civiltà che possono salvare la vita a molte donne".

 

Mariastella Gelmini: "Dall'inizio dell'anno si contano 104 donne vittime di omicidio, 88 uccise in ambito familiare o affettivo: di queste, 52 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner.

La violenza, però, non è solo fisica, ma anche psicologica ed economica. Ieri abbiamo approvato in Senato l'istituzione della Commissione Bicamerale d'Inchiesta sul femminicidio: un importante passo avanti per accendere sempre più i riflettori su questa piaga sociale, per capire come e dove intervenire per dare alle donne che denunciano tutta la tutela e l'assistenza di cui necessitano, senza dimenticare il lavoro svolto ogni giorno sui territori da centri antiviolenza, case rifugio, Regioni.

Dobbiamo portare in Aula il pacchetto antiviolenza presentato nella precedente Legislatura dal governo Draghi, e lavorare sia sul piano normativo che su quello educativo. C'è ancora tanto da fare. Questa lotta richiede l'impegno di tutti".