La settimana di Azione – 15/03/2024

Ecco un piccolo riassunto di cos’è successo questa settimana in Azione.

ILVA: IL SIMBOLO DELLO SCONTRO IDEOLOGICO TRA TRANSIZIONE ECOLOGICA E POLITICHE INDUSTRIALI

Martedì si è votato alla Camera dei Deputati il decreto Ex Ilva, cioè il decreto per l’amministrazione straordinaria delle imprese strategiche. Quella di Ilva è una storia davvero molto lunga e controversa ed è il sinonimo di ciò che non ha funzionato in Italia nella gestione delle politiche industriali. Ilva è il simbolo dello scontro ideologico nato fra la transizione ecologica e le politiche di sviluppo.

Come Azione vogliamo ringraziare tutte quelle aziende che hanno continuato a lavorare in condizioni difficili, valorizzando le loro competenze, e nonostante i tanti crediti che vantavano nei confronti dell’azienda. Questa è la ragione del nostro voto favorevole: non possiamo permettere che alcune aziende falliscano per i crediti nei confronti di ex Ilva a causa delle scelte dei governi passati.

Così l’onorevole Fabrizio Benzoni in Aula: “Su Ilva non prendiamo lezioni da chi vuole spiegarci la politica industriale istituendo un allevamento di cozze al posto del più grande stabilimento siderurgico d’Europa. Coloro che con l’ideologia volevano risolvere il problema ambientale, non solo non l’hanno risolto, ma hanno anche creato un problema economico e di lavoro.

PNRR: NON CI ACCONTENTIAMO DI “RIVEDERE” LE NOSTRE AMBIZIONI PER L’INCAPACITÀ DELLA CLASSE DIRIGENTE

Ieri si è tenuta alla Camera dei Deputati la relazione del governo sul PNRR. In questa relazione di circa 28 minuti, il ministro Fitto ha usato per ben 23 volte la parola “revisione”. A distanza di un anno e mezzo dall’insediamento del governo, dal ministro ci saremmo aspettati la parola “esecuzione” che è invece mancata.

Non è stata data nessuna indicazione, per esempio, sulle risorse destinate per il 40% al Mezzogiorno e sulle quali aveva lavorato l’ex Ministra e attuale presidente di Azione Mara Carfagna.

Allo stesso modo sono mancati i dati relativi alla quota di occupazione giovanile e femminile prevista dal Piano. Un governo che si vanta di aver raggiunto il massimo tasso di occupazione femminile (che in realtà è in aumento costante dal 2021, quando c’era un altro governo) dovrebbe spiegare perché il 69% dei bandi non prevede quote di occupazione a favore di giovani e donne.

Così l’onorevole Giuseppe Castiglione: “Oggi il Ministro Fitto ha ammesso che i ritardi faranno lievitare di circa 10 miliardi l’ultima rata. Noi non siamo tra i predicatori di sventure e apprezziamo confronto e dibattito: che siano però utili alla realizzazione degli investimenti e delle tanto attese riforme su giustizia, sanità, pubblica amministrazione, digitalizzazione e lavoro”.
QUI per vedere il suo intervento.

È intervenuta in Aula anche Elena Bonetti, vicepresidente di Azione: “Voi ci chiedete di arrenderci, ci dite che l’Italia non può essere riformata, che siccome quei piani erano impossibili bisogna rivedere le previsioni di spesa. Noi a questo non vogliamo arrenderci perché crediamo che l’Italia possa essere riformata. Non possiamo accontentarci di rivedere le nostre ambizioni solo per l’incapacità della classe dirigente di governo.

UN BUON RISULTATO, MA ANCORA INSUFFICIENTE

Mercoledì al Senato si è votato in prima lettura il decreto Elezioni, cioè il provvedimento che contiene disposizioni organizzative per il voto delle prossime europee che saranno l’8 e il 9 giugno. Il decreto sul voto per gli studenti fuorisede è un passo avanti importante. Per Azione è una battaglia storica, portata avanti in particolare dalle deputate Valentina Grippo e Giulia Pastorella e dai Senatori Mariastella Gelmini e Marco Lombardo.

Così quest’ultimo in Aula: “Mi dispiace che non siamo riusciti a garantire il voto anche a lavoratori e prestanti cura, siamo però pronti ad avanzare nuove proposte in Parlamento per estendere il voto anche a loro”.

QUI il video del suo intervento.

Anche Mariastella Gelmini, vicesegretaria e portavoce di Azione, ha commentato il decreto: “Viene spesso spacciato per una concessione, ma il voto per i fuorisede è un diritto sacrosanto. Con il decreto Elezioni, approvato ieri in Senato, il voto è stato concesso solo agli studenti, non ai lavoratori né ai prestanti cura. Un buon risultato, ma non ancora sufficiente. La battaglia di Azione non si ferma“.

TAXI E NCC: È CHIARO CHE LA POLITICA HA FALLITO

Lunedì, durante il Question Time alla Camera, abbiamo chiesto al ministro Salvini cosa intendesse fare per rendere più concorrenziale il trasporto pubblico non di linea dopo le proteste degli NCC delle ultime settimane. Abbiamo chiesto al “ministro dei taxi” di intervenire in favore di altre categorie di lavoratori che non fossero le sue amate auto bianche.

Come temevamo la risposta di Salvini è stata del tutto inadeguata poiché si è limitato a rivendicare il successo dei suoi tavoli al Ministero. Peccato che a quei tavoli ci fossero solo i tassisti.

Così l’onorevole e vicepresidente di Azione Giulia Pastorella: “Questi sono i casi in cui è chiaro che la politica ha fallito. I cittadini hanno bisogno e diritto di servizi innovativi e di una concorrenza reale. Non è solo un problema di Salvini, ma anche della Ministra del turismo Santanchè che dovrebbe interessarsi del servizio garantito ai turisti, e anche del Ministro delle imprese e del Made in Italy Urso che dovrebbe interessarsi al fatto che gli NCC sono aziende e sono penalizzate dal blocco dei decreti attuativi“.

CHIEDIAMO LA CONDANNA DI HAMAS E UNA TREGUA IMMEDIATA

Ieri, il vicesegretario di Azione Ettore Rosato è rientrato in Italia dopo aver trascorso 48 ore con il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica,  in Israele e presso l’Autorità nazionale palestinese, impegnati in molti incontri istituzionali: i capi dei servizi segreti israeliani e palestinesi, il presidente del Parlamento israeliano e la Commissione esteri, il primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese.

Hanno dialogato con il cardinale Pizzaballa e visitato i luoghi sacri a Gerusalemme. Hanno incontrato alcune famiglie degli ostaggi che hanno voluto condividere storie drammatiche e di dolore, la grande incertezza e l’attesa. Hanno visitato un kibbutz dove i terroristi hanno ucciso decine di civili e rapito 18 persone. 

Sono stati incontri che hanno raccontato in diverse prospettive quanto sta accadendo, la grande incertezza sul futuro di questa splendida terra e soprattutto l’incredibile dolore per il tanto sangue innocente già sparso e che si continua a spargere.

Così Ettore Rosato: “L’Italia è un Paese credibile, può e deve fare la sua parte. E anche qui abbiamo ribadito la nostra posizione, con la condanna di Hamas, la richiesta di una tregua immediata e la liberazione degli ostaggi. E poi non c’è altra strada che quella di avere due Stati per due popoli, le altre soluzioni semplicemente non esistono“.

MAGGIORANZA COESA? I FATTI DICONO ALTRO

Si continua a raccontare di una maggioranza coesa, ma i fatti raccontano un’altra realtà: sull’istituzione della commissione d’inchiesta sui presunti dossieraggi, così come sul MES o ancora su Trump, dove Salvini e Meloni dicono cose opposte. Si è parlato di questo martedì a Tagadà, dove è stato ospite il Capogruppo di Azione – PER – Renew Europe alla Camera dei Deputati Matteo Richetti.

Sul cosiddetto al campo largo, Richetti ha risposto: “Il campo largo si potrebbe definire tale se esistesse un’alleanza stabile tra varie forze politiche, che vanno dal Pd al M5s ad Azione. Così fa il centrodestra: c’è un’alleanza nazionale che traduce poi le intese anche sui territori. Non c’è invece un tavolo nazionale di campo largo. Alleanze con chi è indeciso tra Trump e Biden, con chi vuole riproporre superbonus e reddito di cittadinanza, a costo di continuare a scassare i conti pubblici, io non ne faccio, perchè altrimenti tradirei le cose in cui credo. In Abruzzo abbiamo semplicemente sostenuto una candidatura che condividevamo ma non esiste un’alleanza nazionale di campo largo“. 

LE CASE GREEN NON SONO UN SUCCESSO, MA UN’ILLUSIONE

Martedì il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici, le cosiddette “case green“.

Azione ha votato contro, perché è l’ennesima direttiva impraticabile che comporterebbe una spesa di quasi 600 miliardi da qui al 2030 (circa 86 mld all’anno). Quasi fosse un Superbonus mascherato. E tutto ciò mentre la sanità italiana cade letteralmente a pezzi, i nostri salari sono piatti come certificato da Bankitalia, milioni di contratti non sono stati rinnovati e il governo non ha la minima idea di una politica di sviluppo.

Così il Segretario Carlo Calenda ospite a Metropolis: “Le case green non si faranno, i soldi non ci sono e se proprio avessimo 100miliardi l’anno da spendere le priorità dovrebbero essere sanità, scuola e salari. Quando smetteremo di vendere come grandi successi normative irrealizzabili?”.

Buon weekend in Azione!

PS. Ricordati che se sei un elettore temporaneamente domiciliato in un paese dell’Unione Europea per motivi di lavoro o di studio, puoi votare all’estero presso i seggi costituiti dagli Uffici consolari. Presenta la richiesta al tuo Consolato entro il 21 marzo 2024!