“Solita mossa populista. Ora Schlein la smetta di farsi dettare la linea”

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12/04/2024

L'intervista di Ettore Rosato al Quotidiano Nazionale

«Giuseppe Conte fa il suo mestiere: il populista. E il populista cerca sempre di gettare discredito sull'avversario, anche se è un alleato». Ettore Rosato, vicesegretario di Azione, non usa tanti giri di parole per commentare la rottura consumata in Puglia dal leader M5s.

L'ex premier, mettendo sul tavolo il patto per la legalità, pretende di dettare le regole interne al Pd: ritiene che il suo sia un tentativo di commissariare dall'esterno il partito?

«Assolutamente sì. A Conte non interessa né Bari né la Puglia: ha in testa solo le elezioni europee e ciò che gli può far prendere voti. In questa vicenda, ha visto la vulnerabilità di un Pd frastornato e senza linea politica, e ci si è buttato sopra, trovando ahimè un bersaglio facile».

Qual è la soluzione? Scoperto finalmente il gioco del suo 'alleato', Elly Schlein dovrebbe mollare l'alleanza con M5s?

«Il Pd è il primo partito dell'opposizione. Dovrebbe provare qualche volta a non farsi dettare la linea dai Cinquestelle. Elly Schlein verrà assorbita dal Movimento se non si deciderà a lanciare qualche segnale di autonomia, che in politica è anche un segno di dignità».

Resta il fatto che nessun partito dell'opposizione, da solo, può battere la coalizione di centrodestra. Anche Azione a Bari era pronta a costruire una coaliziane di centrosinistra assieme ai Cinquestelle.

«A Bari c'erano le primarie con due schieramenti chiari. Il Partito democratico e noi di Azione da una parte, i Cinquestelle con Italia Viva e Avs dall'altra. lo penso che avrebbe prevalso Vito Leccese, il nostro candidato, altrimenti Giuseppe Conte non avrebbe fatto saltare le primarie».

A questo punto, che cosa fate? Per uscire dall'impasse, siete pronti a scaricare Leccese per convergere su un terzo candidato?

«Sia Leccese che Laforgia hanno fatto un passo indietro. Per noi quello che conta è non buttare via il lavoro fatto da Antonio Decaro sulla città. Saremmo disponibili a un'intesa che sia in continuità con la buona amministrazione del sindaco uscente, che abbia un profilo riformista e sia capace di convincere i cittadini».

Sta dicendo che non chiudete la porta a un terzo candidato?

«Premesso che per noi la candidatura di Leccese non aveva intoppi, aspettiamo di vedere cosa deciderà di fare il Pd».

Qual è la lezione che si può trarre da ciò che è emerso questi giorni in Puglia?

«In Puglia è venuto alla luce ciò che sapevamo tutti».

Vale a dire?

«La corruzione non è finita. Certi episodi di malcostume non sono spariti. Dunque, è necessario coltivare gli anticorpi. L'etica in politica non è un fatto accessorio, è un fatto fondativo. Però buttare tutto al macero perché c'è una mela marcia è un errore che non commettiamo mai».

Con buona pace della questione morale di Conte.

«Per Conte tutto è funzionale al suo obiettivo: disarticolare il Pd. Purtroppo, Elly Schlein fin dall'inizio della sua segreteria non ha fatto altro che rincorrere Conte».

Ritiene che la vicenda pugliese segni l’inizio della fine per il campo largo?

«È un problema che non ci riguarda. Noi nel campo largo non ci siamo e non ci saremo».

E come pensate di superare la soglia del quattro per cento alle elezioni europee?
«Prendendo i voti. Noi pensiamo che abbiamo un consenso tale nel Paese che ci permetterà di superare quel tetto. Di certo, non siamo intimoriti da chi propone aggregazioni innaturali. Un partito esiste se riesce a presentarsi con chiarezza agli elettori. La nostra scommessa alle Europee sono convinto che la vinceremo».

(a cura di Antonella Coppari)