Sulle riforme ascolteremo e proporremo, come sempre

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09/05/2023

L'intervista a Repubblica di Mariastella Gelmini

Si apre il tavolo delle riforme. Il presidenzialismo è una via percorribile? "No, ma mi aspetto un atteggiamento piĂą laico da parte di Giorgia Meloni. Sa bene che sul presidenzialismo, inteso come elezione diretta del capo dello Stato, non c’è possibilitĂ  di collaborazione con le opposizioni - dice la vicepresidente di Azione Mariastella Gelmini - e voglio pensare che gli incontri di oggi siano ispirati dalla ricerca di soluzioni condivise. Il problema principale dell’Italia, lo ha detto bene Sabino Cassese su Repubblica, è la stabilitĂ  degli esecutivi che mediamente, in Italia, durano un anno e mezzo. E questo non è mai dipeso dal presidente della Repubblica, che spesso invece ha portato il Paese fuori da crisi istituzionali gravissime, come ha fatto Mattarella durante il Covid".

l punto di caduta può essere il premierato?
"Per quanto ci riguarda lo potrebbe essere. Il tema è come assicurare governi duraturi e ciò si può raggiungere con l’indicazione del presidente del Consiglio da parte degli elettori o con meccanismi come la sfiducia costruttiva. Non siamo contrari a rafforzare il ruolo del premier che, per esempio, potrebbe nominare e revocare i ministri".


Un altro tema di discussione è lo svuotamento di poteri del Parlamento. La ricetta può essere il monocameralismo?
"Dobbiamo superare il bicameralismo paritario. Abbiamo ridotto il numero dei parlamentari, ma i problemi sono aumentati. PerchĂ© di fatto solo una Camera esamina i decreti del governo e il ruolo del Parlamento si è ulteriormente depotenziato. La proposta di Azione è il monocameralismo. In molti Paesi esiste solo una Camera, in altri la seconda Camera non è elettiva. L’essenziale è che si eviti il doppio passaggio parlamentare per le leggi".

Quale sarĂ  la postura del Terzo Polo nelle consultazioni?
"Noi conosciamo un solo modo di fare opposizione che non è quello di dire no a prescindere, ma di valutare le proposte nel merito. Pensiamo che sulle modifiche costituzionali si debba cercare la strada per attuare riforme condivise, non può essere un 'prendere o lasciare'".

Potrebbe finire sul tavolo anche una modifica del sistema elettorale negli enti locali, con l’abbassamento al 40 per cento della soglia oltre la quale si vince al primo turno. Che ne pensa?
"Non si possono cambiare le regole del gioco per l’elezione dei sindaci, mentre è in corso una discussione sulla riforma dell’assetto istituzionale del Paese. La maggioranza eviti colpi di mano: la legge dei sindaci funziona così com’è. E la Costituzione non è una margherita da cui sfilare ora un petalo ora un altro".

Le riforme costituzionali si intrecciano con l’autonomia differenziata, che sta creando malumori anche nel centrodestra, specie fra i governatori del Sud.
"La legge Calderoli Ă¨ appena arrivata in prima commissione al Senato e c’è l’esigenza di un ampio ciclo di audizioni. Il Parlamento non può fare da passacarte e spero che la maggioranza ascolti le ragioni di tutti e anche di Regioni ed enti locali. Se si vuole realizzare l’autonomia senza spaccare il Paese, occorre mettere mano anche alla Costituzione. Personalmente sono favorevole all’autonomia, ma la suddivisione delle materie prevista dalla riforma del Titolo V del 2001 fu sbagliata. Se togliessimo di mezzo alcune materie (come l’istruzione o l’energia) la tensione calerebbe. E occorre chiarire il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni".


Meloni fa capire di essere pronta ad andare avanti anche da sola di fronte ad un no pregiudiziale delle opposizioni.
"Francamente sconsiglierei… se non ci mettono di fronte a una scatola chiusa, noi andremo a vedere le carte e avanzeremo le nostre proposte".

Rivedendo Berlusconi che sensazioni ha provato?

"Berlusconi è un leone. Nonostante le scelte politiche, l’affetto e la stima sono immutate. Mi auguro che possa tornare presto a casa".

(Intervista a cura di Emanuele Lauria disponibile qui)