Idealismo e pragmatismo

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20/09/2023

Secondo Kissinger (World Order per chi volesse approfondire) un sapiente equilibrio di questi due elementi consente di produrre una buona politica estera. I nostro valori devono rimanere ben evidenti ma allo stesso tempo non possono essere l’unico criterio su cui fondare un’azione di politica estera.

Questo equilibrio è assente nella proposte del PD sulle migrazioni. Il PD torna sui grandi classici di rivedere Dublino e dei salvataggi in mare, piuttosto che interrompere le rotte con l’aiuto di paesi africani. Tutto molto compatibile con i nostri valori ma decisamente non applicabile. Dublino non verrà rivisto e Mare Nostrum si è dimostrato una spinta all’aumento dei flussi.

Ciò che davvero il PD non riesce mai a dire è che i flussi di immigrazione illegale vanno fermati e i confini vanno presidiati. Questo punto imprescindibile per poter governare un paese, prevede la collaborazione inevitabile con Libia e Tunisia. Non un’alleanza, ma una collaborazione guidata dalla nostra maggiore capacità economica e finanziaria. Ciò richiede un lavoro sul campo che nel caso dell’accordo con la Tunisia non è stato fatto per incapacità di questo governo.

È sul punto dell’integrazione che i nostri valori devono prevalere. Aprire centri di detenzione per 100.000 persone è sbagliato e infattibile. Ma soprattutto è assurdo considerando che quei migranti andranno entro un anno in Francia, Austria etc. La redistribuzione già c’è. Ciò che occorre prevedere è l’integrazione attraverso una sanatoria per chi trova lavoro e la cittadinanza per chi studia in Italia. Dunque pragmatismo nel controllo dei confini e idealismo nella costruzione dell’accoglienza.

Altrimenti il PD, una volta al governo, si troverà, come già accaduto, a rimangiarsi ogni promessa animata (solo) da buone intenzioni.