Calenda: “Alleato del Pd in quasi tutte le Regioni. Renzi non è serio”

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24/02/2020

"Alle prossime regionali andremo con il centrosinistra e il Pd in Veneto, in Toscana, nelle Marche, spero anche in Liguria. Se in Puglia si togliesse dalla corsa Michele Emiliano, appoggeremmo un dem come Dario Stefano, ad esempio”. Carlo Calenda cambia marcia. Il feeling con Matteo Renzi appena cominciato, è già finito. Per l’ex ministro dello Sviluppo economico, eurodeputato ex dem, ora leader di Azione, “Renzi non è serio: fa nascere un governo e poi lo bombarda tutti i giorni. È un modo di fare politica incoerente, con un tatticismo debole e sconclusionato”. E sulla sua candidatura a sindaco di Roma, Calenda ammette che la tentazione potrebbe esserci: "Ma per ora sono impegnato a far crescere il nostro partito".

Calenda, alle regionali quindi ha avuto un ripensamento, si alleerà con il Pd?

"Appoggeremo in Veneto Arturo Lorenzoni. Non è forse il profilo che avremmo suggerito, ma è una persona perbene che viene dalla società civile e non ha fatto intese con i 5Stelle. Ci sono quindi tutti gli elementi per non spaccare il centrosinistra. Come del resto abbiamo già fatto in Emilia Romagna sostenendo Bonaccini. Insieme saremo anche in Toscana. E nelle Marche stiamo valutando l’alleanza per il Pd su una figura di qualità, dopo il ritiro di Valeria Mancinelli, la sindaca dem di Ancona, l’unica personalità che avrebbe potuto combattere veramente la battaglia per non perdere la Regione. Trovo sorprendente che il Pd non l’abbia sostenuta, ma anzi boicottata".

 Dove invece di alleanze non se ne parla?

"In Puglia, se non si cambia. Faccio un appello al Pd perché sulla candidatura di Emiliano ci ripensi. In Puglia non possiamo sostenere chi ha votato contro tutti i provvedimenti dei governi di centrosinistra, e fatto disastri dalla xylella alla Tav. Mentre se i dem scegliessero un candidato diverso, come Dario Stefano ad esempio, avrebbero il nostro appoggio".

 In Puglia quindi lei procede verso un accordo con Renzi?

"Io non sto procedendo con Renzi da nessuna parte, né a livello nazionale, né regionale. Spero di procedere insieme a tutto il centrosinistra unito".

 Feeling già finito?

"Non è mai cominciato. Il modo di Renzi di stare nel governo dopo averlo promosso, bombardandolo tutti i giorni, è un comportamento che esclude un’alleanza politica. Da subito sono stato contrario al governo giallo-rosso, che funziona male e fa crescere la destra. Ma essere coerenti, trasparenti è per noi un requisito fondamentale. Su questo non c’è sintonia. Non ci siamo più visti, né sentiti".

 Tuttavia ci sono battaglie come quella contro la riforma Bonafede che cancella la prescrizione, che lei condivide?

"Certo. Ma Renzi non lo sapeva quando ha fatto il governo con i 5Stelle che all’orizzonte c’era la riforma Bonafede? E perché non ha posto la questione in quel momento? Lo stesso vale per il reddito di cittadinanza, che vuole adesso abolire dopo averlo confermato in Finanziaria. Per non parlare del disastro Ilva a cui ha partecipato. È un modo di fare politica incoerente, di un tatticismo debole e sconclusionato".

 Abbraccia di nuovo il Pd?

"Proprio no. Stiamo parlando di alleanza con il Pd alle regionali, se i candidati sono quelli giusti, perché non ci sono i 5Stelle. Ma la strategia dem di intesa politica nazionale con i grillini, di subalternità ai loro temi, allontana il nostro progetto che è quello di un movimento che rappresenti l’alternativa al populismo di Grillo come al sovranismo di Salvini".

In concreto, in Liguria ci starete, a patto di candidare Anna Maria Furlan? E in Campania appoggerete De Luca o proporrete Raffaele Cantone?

"In Liguria con i dem stiamo valutando. Furlan, magari! In Campania è difficile per noi appoggiare De Luca. Potremmo starci su Cantone, se non ci sono i 5Stelle. I 5Stelle sono la linea rossa come Salvini: entrambi anti democratici, pericolosi e incapaci".

 Sta pensando a una sua candidatura a sindaco di Roma post Virginia Raggi? Da uno a 10, quanto è tentato?

"No. Per ora il partito assorbe ogni mia energia. Del resto il Pd non mi pare pronto a sostenere una figura non di partito, quale sarei io".

 In un momento di emergenza sia per l’epidemia del coronarvirus che economica, attorno al governo va sottoscritto dalle forze politiche un patto di responsabilità?

"Se il governo si comportasse responsabilmente, sì. Ma l’Italia andrà pesantemente in recessione quest’anno e il governo non sta facendo nulla. Sul coronavirus sono stati fatti molti sbagli, lasciando alle regioni troppo spazio e non predisponendo subito la quarantena per chi rientrava dalla Cina. Detto questo, sull’emergenza coronavirus per le forze politiche devono essere vicine al Servizio sanitario, trascurato da anni. Perciò con Walter Ricciardi abbiamo presentato un piano sul Ssn come priorità assoluta di Azione".

 Il supporto al governo di un gruppetto di responsabili pur di non farlo cadere, togliendo a Renzi la golden share, non lo apprezza?

"Mi sembrerebbe la fine miserabile di un governo nato male".

 Il referendum sul taglio dei parlamentari come vota?

"Voterò no".

Di Giovanna Casadio