Elkann in Parlamento: la politica si arrende
e l’Italia paga il conto.
Sin dalla sua nascita Azione ha portato avanti, in gran solitudine, una battaglia importante per difendere il settore dell’Automotive. Negli ultimi mesi, finalmente, tutti i partiti dell’arco parlamentare (chi più, chi meno) hanno messo la situazione di Stellantis in cima all’agenda politica.
Lo scorso ottobre, insieme alle altre opposizioni, siamo riusciti ad ottenere che Carlos Tavares, all’epoca Amministratore delegato dell’azienda, riferisse in Parlamento. Un’audizione che però, purtroppo, si è rivelata un’inaccettabile presa in giro; una “lezioncina astratta” di cui nessuno aveva bisogno. Per questo, per mesi abbiamo insistito e chiesto in ogni modo possibile che John Elkann fosse audito e rendesse conto del suo operato.
Oggi speravamo che Elkann a Montecitorio ci spiegasse le meravigliose sorti progressive della sua gestione. Invece non ha pronunciato neppure una parola per spiegare cosa ha sbagliato. Non un impegno concreto.
Nel mio discorso ho sottolineato quanto nella sua relazione Elkann abbia mancato di assumersi le responsabilità di quanto sta avvenendo in Stellantis. Quest’anno siamo arrivati ai minimi storici di produzione, -62% rispetto al 2017.
Ho anche provato a porgli una serie domande, a partire dal se intendesse riportare dalla Serbia la Grande Panda o se fosse capace di sostenere investimenti, visto che sono stati promessi 5 miliardi a Trump.
Con le opposizioni avevamo presentato un piano automotive, ma da Stellantis hanno detto al ministro Urso che non ne avevano bisogno, perché hanno assicurato che avrebbero prodotto 750mila auto nel 2026 e un milione nel 2030, nonostante in passato già tanti impegni sono stati traditi.
Ho francamente trovato l’aula e questa audizione a un livello di remissività che non fa onore alla politica italiana. In sintesi, quindi, oggi Elkann ha sostanzialmente spiegato che l’Italia deve essergli grata, non ha ammesso alcun errore, ha sconfessato Urso per quanto riguarda l’impegno sui volumi e, cosa irrituale e certamente irrispettosa, ha chiesto ai suoi dirigenti di rispondere per lui ad una parte delle domande. Ma sapete che c’è? Ha fatto anche bene, perché l’80% degli interventi dei politici sono stati imbarazzanti esercizi di genuflessione. Ci meritiamo di essere presi in giro.
