I nostri 100 emendamenti contro i 7 vizi capitali del sistema giustizia

Proposte
03/06/2021

Costa: "Dalla riforma del CSM alla responsabilità civile, la nostra idea di giustizia".

100 emendamenti di Azione alla riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario per colpire 7 vizi capitali del sistema: il correntismo, i passaggi dalle funzioni di Pm a Giudice, disciplinare che fa acqua, magistrati tutti promossi, responsabilità civile senza responsabili, porte girevoli con la politica, una miriade di fuori ruolo. Gli emendamenti prevedono la separazione delle funzioni tra PM e Giudici fin dalla domanda di iscrizione al concorso in magistratura, una nuova legge elettorale per il Csm con voto singolo trasferibile, valutazioni di professionalità con pagelle e voti da 5 a 10 a seconda dei risultati ottenuti, nuove ipotesi di illecito disciplinare, modifica della legge sulla responsabilità civile, giro di vite al fuori ruolo per i magistrati che oggi, in oltre 200, svolgono attività fuori dai tribunali e fine delle porte girevoli tra magistratura e politica. 

Proponiamo che i candidati al concorso debbano indicare nella domanda se intendano accedere ai posti nella funzione giudicante o a quelli nella funzione requirente, con tracce d'esame differenziate. Proponiamo commissioni del Csm composte da due sezioni, una per ciascuna funzione.

Vogliamo poi riformare la composizione del Csm al fine di diminuire il peso delle correnti, con l'emendamento "Spazzacorrenti": una nuova legge elettorale per l'elezione della componente togata dal Csm, basata sul sistema del voto singolo trasferibile, che privilegi la persona e la statura del candidato rispetto all'appartenenza alla corrente.

Oggi le valutazioni di professionalità dei magistrati sono delle finzioni: il 98% sono promossi, ciò impedisce di premiare i più meritevoli. Prevediamo quindi l'individuazione di reali valutazioni di professionalità, vere 'pagelle dei magistrati' e l'istituzione di un fascicolo di performance del magistrato.

Oggi il 90% delle inchieste disciplinari vengono archiviate dal PG presso la Cassazione, senza alcun sindacato su tale decisione. L'autore dell'esposto non viene informato dell'esito, né delle motivazioni dell'archiviazione. Chiediamo pertanto – continua il deputato di Azione – che l'archiviazione sia soltanto proposta dal PG e il relativo provvedimento sia assunto da un organo terzo. Abbiamo immaginato nuove fattispecie di illecito disciplinare, legato soprattutto all'abuso dei rapporti con la stampa, all'uso strumentale della propria qualità al fine di sollecitare o contestare interventi del Parlamento o del Governo, al tenere rapporti con gli organi di informazione al di fuori delle modalità previste dalla legge e al rilasciare dichiarazioni e interviste in violazione dei criteri di equilibrio e misura. In particolare, la previsione che il Procuratore della Repubblica mantenga rapporti con gli organi di informazione esclusivamente per iscritto e che, fino alla fine delle indagini preliminari (consentita esclusivamente la diffusione di comunicati stampa con l'indicazione dei fatti e delle norme di legge la cui violazione è contestata agli indagati). Non è consentita la diffusione da parte dell'autorità giudiziaria di filmati e intercettazioni, né l'attribuzione di una denominazione alle inchieste da parte dell'autorità giudiziaria procedente.

La legge sulla responsabilità civile dei magistrati ha prodotto 8 condanne negli ultimi 11 anni, a fronte di 544 cause. Significa che nessuno è responsabile oppure che la legge contiene delle scappatoie? Con i nostri emendamenti puntiamo a sopprimere una deroga alla responsabilità rappresentata dalla norma che prevede che 'nell'esercizio delle funzioni giudiziarie non può dar luogo a responsabilità l'attività di interpretazione di norme di diritto, né quella di valutazione del fatto e delle prove.

Oggi i magistrati ordinari fuori ruolo sono oltre 200, mentre molti tribunali registrano 'vuoti' di organico. Per questo motivo – prosegue Costa – abbiamo presentato diversi emendamenti volti a ridimensionare l'istituto del magistrato fuori ruolo, limitandone il tempo massimo di permanenza a 5 anni. Inoltre, chi è stato collocato fuori ruolo non potrà assumere incarichi direttivi e semidirettivi per i successivi 4 anni. Infine, presso gli uffici legislativi dei Ministeri, la quota di magistrati non potrà superare il 30% del personale.

I nostri emendamenti prevedono infine un approccio rigoroso per contrastare il fenomeno delle porte girevoli tra magistratura e politica: i magistrati che si presentano alle elezioni, anche se non eletti, devono essere inquadrati in un ruolo autonomo del Ministero della Giustizia, di un altro ministero o della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e non svolgere più funzioni giudiziarie.

Enrico Costa, deputato e responsabile Giustizia.