Proposte di modifica
al Decreto Rilancio

Misure per garantire liquidità al sistema produttivo

  1. Restituire subito 20 miliardi di tasse alle imprese

Per dare immediata liquidità alle imprese, la cancellazione del saldo 2019 e del primo acconto 2020 dell’IRAP fatta dal Governo non è sufficiente.

La misura del Governo è inoltre sbagliata perché cancella i versamenti IRAP per tutte le imprese, senza fare distinzioni tra chi non ha ricevuto un danno dal COVID e chi ne ha subiti e solo per le imprese con ricavi non superiori a 250 milioni di euro nel 2019. Una misura sottile e a pioggia, poco efficace.

Per Azione è invece necessario restituire subito il secondo acconto 2019 dell’IRES e dell’IRAP. Si tratta di una restituzione di 20 miliardi di imposte, contro i programmati dal Governo, ed è una misura che si applica alle imprese di ogni dimensione e di ogni settore che attestano con autocertificazione di aver subito un danno alla propria attività a causa del COVID.

  2. Cancellare l'intermediazione pubblica e prevedere una garanzia statale diretta su tutti i finanziamenti non garantiti al 100% per accelerare l’afflusso di liquidità alle imprese

Per accelerare l’erogazione dei finanziamenti bancari, Azione propone l’istituzione di una garanzia statale diretta sui finanziamenti bancari non garantiti al 100%, eliminando ogni tipo di intermediazione pubblica oggi in vigore.

Il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI mantiene la responsabilità di rilasciare le garanzie al 100%.

Bisogna inoltre eliminare il vincolo dell’accordo sindacale per l’ottenimento della garanzia statale. Va prevista solo una consultazione.

  3. Garantire che alle imprese arrivi davvero nuova finanza

In base ai decreti del Governo, le banche possono accedere alla garanzia del fondo PMI anche con i finanziamenti concessi come rinegoziazione di un finanziamento esistente, a condizione che il finanziamento comporti un aumento del credito concesso al soggetto finanziato di almeno il 10%. Azione propone di aumentare questa maggiorazione almeno al 30%.

Per i finanziamenti garantiti da SACE, i decreti del Governo prevedono solo che la banca che chiede la garanzia deve dimostrare che all’esito del nuovo finanziamento c’è stato un aumento dell’esposizione complessiva. Anche in questo caso è necessario assicurare che tutte le garanzie si trasformino davvero in nuova liquidità, imponendo il mantenimento per un periodo minimo di un anno delle linee esistenti o di una loro quota consistente.

  4. Velocizzare i prestiti delle banche alle imprese, introducendo la manleva sui reati bancari

Per accelerare i processi decisionali delle banche, tutelare gli imprenditori, e assicurare che la liquidità arrivi rapidamente al nostro sistema di imprese, è necessario escludere l’applicabilità delle norme penali in materia fallimentare con riguardo alle operazioni di finanziamento effettuate in conformità a quanto. 

  5. Convertibilità dei crediti garantiti allo Stato in capitale su richiesta delle imprese

Per assicurare che i debiti garantiti dallo Stato non costituiscano un onere eccessivo per i bilanci delle imprese, Azione proporre di introdurre per legge un meccanismo, attivabile su richiesta dell’imprenditore, di convertibilità automatica dei finanziamenti garantiti dallo Stato. Nel caso in cui il debito diventasse insostenibile, l’imprenditore avrà la possibilità di richiedere:

(i) il pagamento della garanzia dello Stato alla banca;

(ii) la conversione del corrispondente credito dello stato in strumenti di partecipazione, senza diritti di voto, ma con il diritto a ricevere un rendimento garantito sui futuri dividendi.

Gli strumenti saranno riscattabili in qualsiasi momento a scelta dell’imprenditore. In questo modo, gli imprenditori chiederanno capitale allo Stato solo se realmente necessario e saranno incentivati a rimborsarlo il prima possibile, per ridurre la diluizione dei propri utili.

  6. Pagamenti dei debiti della PA

Per garantire liquidità alle imprese, lo Stato deve immediatamente sbloccare i pagamenti pendenti verso i propri fornitori, che oggi ammontano a 27 mld/€, offrendo anche l’opportunità di compensarli con le tassazioni correnti.

Misure per supportare il patrimonio e la competitività delle imprese

  7. Eliminare gli ammortamenti di conto economico dell’esercizio 2020 per dare ossigeno alle imprese

Per salvaguardare i bilanci delle imprese, Azione propone di sospendere tutti gli ammortamenti di conto economico dell’esercizio 2020. È una misura a costo zero per il bilancio dello Stato, che ridurrebbe di circa 85 miliardi di euro i costi di conto economico delle nostre aziende. L’ammortamento non effettuato nel 2020 verrebbe spostato all’esercizio successivo, allungando il piano di ammortamento inziale di un anno.

La misura deve inoltre essere neutralizzata a livello fiscale: le imprese che con minori costi si trovassero con un imponibile maggiore nel 2020 non pagherebbero maggiori tasse.

  8. Premiare le imprese che si fondono

Le imprese che vogliono fondersi per superare questa crisi ed aumentare la propria competitività devono essere premiate attraverso una riduzione delle tasse sui loro redditi.

Azione propone un azzeramento dell’IRES per due anni per le imprese frutto della fusione di due o più imprese, a condizione che nella compagine societaria della nuova impresa siano presenti i proprietari originari per la durata del periodo di sospensione delle tasse.

  9. Utilizzare misure semplici e vantaggiose per rafforzare il patrimonio delle imprese

Le imprese devono essere aiutate a rafforzare il proprio patrimonio tramite un rendimento ACE del 7% dei nuovi apporti di capitale effettuati nel 2020.

Inoltre la misura del Governo di rendere detraibile ai fini IRPEF e deducibile ai fini IRES il 20% della somma investita dal contribuente nel capitale sociale di una società è insufficiente e va portata al 50%, innalzando l’investimento massimo detraibile o deducibile da 2 a 5 milioni di euro.

  10. Aumentare i limiti di deducibilità IRES degli interessi passivi per supportare le aziende indebitate

Per far fronte alla crisi, molte aziende hanno dovuto aumentare il loro indebitamento, con maggiori oneri da interessi da sostenere.

Ad oggi la quota di interessi passivi che eccedono gli interessi attivi di un’impresa è deducibile dall’imponibile IRES per il solo 30 % del Reddito Operativo Lordo (ROL). Azione propone di portare questa soglia al 50% per i finanziamenti contratti nel 2020.

  11.  Ripristinare integralmente il Piano Impresa 4.0

Azione propone il ripristino integrale dell’iperammortamento e del superammortamento del Piano Impresa 4.0 con aliquote indifferenziate per dimensione degli investimenti e l’estensione ad almeno tre anni del periodo di validità degli incentivi.

È inoltre necessario includere negli investimenti ammessi quelli legati all’economia circolare, alla decarbonizzazione, alla innovazione ambientale e alle tecnologie abilitanti lo smart working.

  12.  Abbattere il costo del lavoro per 6,5 miliardi di euro per scongiurare una riduzione delle ore lavorate

Per evitare che la crisi economica costringa le imprese a ridurre le ore lavorate in azienda, è necessario diminuire il costo del lavoro riducendo i contributi a carico del datore di lavoro e la tassazione sul salario dei lavoratori.
 
Per il 2020, bisogna infatti fiscalizzare la componente di contributi a carico del datore di lavoro e ridurre la tassazione IRPEF a carico dei lavoratori.

Si può immediatamente abbattere il costo del lavoro per circa 6,5 miliardi di euro, con 900 milioni di euro di risorse nazionali e 5,7 miliardi di euro di fondi europei immediatamente utilizzabili senza cofinanziamento nazionale (vedasi misura n.11).

Il Governo deve subito riunirsi con le Regioni per liberare queste risorse e trasferirle ai Comuni, che sono le amministrazioni più vicine al territorio e più in grado di aiutare famiglie e cittadini in difficoltà.

Misure per supportare lavoratori, famiglie ed esercizi commerciali

  13. Liberi professionisti e lavoratori autonomi devono ricevere la stessa indennità

Non serve inventarsi l’ennesimo Reddito di Stato. Per supportare le famiglie in difficoltà economiche, bisogna immediatamente utilizzare i fondi europei senza cofinanziamento nazionale. Per farlo basta che Regioni e Comuni riprogrammino insieme i Piani Operativi Regionali in base alle necessità territoriali.

Il Governo deve subito riunirsi con le Regioni per liberare queste risorse e trasferirle ai Comuni, che sono le amministrazioni più vicine al territorio e più in grado di aiutare famiglie e cittadini in difficoltà.

  14. Spendere subito i fondi europei disponibili per aiutare le famiglie in difficoltà

Non serve inventarsi l’ennesimo Reddito di Stato. Per supportare le famiglie in difficoltà economiche, bisogna immediatamente utilizzare i fondi europei senza cofinanziamento nazionale. Per farlo basta che Regioni e Comuni riprogrammino insieme i Piani Operativi Regionali in base alle necessità territoriali.

Il Governo deve subito riunirsi con le Regioni per liberare queste risorse e trasferirle ai Comuni, che sono le amministrazioni più vicine al territorio e più in grado di aiutare famiglie e cittadini in difficoltà.

  15. Gli assegni della Cassa Integrazione in Deroga non stanno arrivando.

Bisogna subito introdurre i permessi retribuiti per fare arrivare la liquidità ai lavoratori. All’inizio della crisi, Azione aveva messo in guardia il Governo sulla lentezza della Cassa integrazione in Deroga (CIGD) nel far arrivare i soldi ai lavoratori delle piccole e piccolissime imprese.

Ma il resto dei lavoratori non può più aspettare. Azione propone l’utilizzo dei permessi retribuiti per pagare i dipendenti delle imprese fino a 15 addetti: il datore di lavoro eroga il permesso e si rivale sull’INPS in sede di versamento dei contributi.

Nel caso in cui dalla denuncia contributiva risulti un saldo attivo a favore del datore di lavoro, l’INPS è tenuto a rimborsare l’importo del saldo a credito del datore di lavoro.

  16. Chi deve pagare un affitto ha bisogno di un sollievo immediato da parte dello Stato

Il Governo ha introdotto un credito d’imposta del 60% dell’ammontare mensile del canone di locazione di immobili a uso non abitativo per i mesi di marzo, aprile e maggio. È una misura che non funziona perché non dà immediata liquidità alle aziende, che potrebbero non avere utili sui quali utilizzare il credito.

Azione propone che ai proprietari di immobili locati ad uso abitativo che applicano una riduzione di almeno il 50% del canone per le mensilità da aprile a dicembre 2020, venga riconosciuta una detrazione pari al 40% del canone effettivamente percepito.

Nel caso di immobili commerciali, anche locati con contratti di affitto di ramo d’azienda o leasing, Azione propone di riconoscere ai proprietari, alle stesse condizioni, la deducibilità dal reddito di una somma pari al 65% dell’importo rinunciato.

Misure per il turismo

  17. Restituire alle imprese l’IRAP e l’IRES di novembre

Le imprese del settore turistico-ricettivo sono state le prime a subire i danni economici del COVID-19 e saranno le ultime a ripartire. Senza un intervento massiccio da parte del Governo molte rischiano di non riaprire.

Per dare immediata liquidità e sollievo, Azione propone di restituire il secondo acconto dell’IRAP e dell’IRES di novembre 2019, sotto forma di contributo a fondo perduto.

È una misura dal valore di 21 miliardi di euro contro i 4 miliardi stanziati dal Governo per eliminare il saldo e il primo acconto IRAP 2020.

È una misura universale, automatica ed immediata: quello che manca alle misure del Governo.

  18. Estendere il Credito d’Imposta anche agli affitti ad Agenzie di Viaggio e ai Tour Operator

Per tenere conto della forte stagionalità del settore, bisogna estendere il credito d’imposta sugli affitti anche ai mesi di luglio, agosto e settembre ed eliminare la discriminazione tra locazioniagevolate al 60%, e gli affitti di rami d’azienda, oggi agevolati solo al 30%.

Inoltre, se un’impresa ricettiva ha stipulato due contratti di affitto per la stessa struttura, uno per l’affitto d’azienda e uno per la locazione delle mura, il credito d’imposta deve essere utilizzabile per entrambe le tipologie di contratto.

  19. Estendere lo sgravio dell’IMU anche nei casi dove proprietario e gestore siano distinti

Molte PMI a conduzione familiare intestano la proprietà degli immobili ad un soggetto diverso dal gestore ma comunque sempre all’interno del perimetro familiare. Pertanto è necessario eliminare la condizione di esclusione dallo sgravio IMU se proprietà e gestione non coincidono e applicare l’esenzione indistintamente a tutti gli immobili classificati nella categoria catastale D/2.

  20. Estendere gli ammortizzatori sociali per supportare la ripresa del settore

Il Governo ha imposto il blocco dei licenziamenti fino al 17 agosto ma ha previsto ammortizzatori sociali per il settore del turismo solo fino a metà luglio e in alcuni settori addirittura fino a metà giugno: è una misura pericolosa che va subito superata.

Per accompagnare la ripresa del settore turistico-ricettivo, Azione propone di estendere Assegno OrdinarioNASPI per i lavoratori stagionali e CIGD fino a marzo 2021