Versace: disabilità, ci vuole più impegno

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03/12/2022

Giusy Versace ricorda la giornata internazionale delle persone con disabilità.

 

Il 3 dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità, da qualche anno viene celebrato con sempre maggiore interesse e sono sempre di più le scuole, i comuni, ma anche le aziende che organizzano momenti di riflessione sui diritti delle persone con disabilità in questa data.

Anche la politica e le istituzioni oggi mostrano una sensibilità maggiore rispetto a qualche anno fa, e questo rappresenta già un fatto positivo anche se il lavoro da fare, è  ancora tanto.

Anche il mondo dell'arte, della musica e dello sport prestano sempre più attenzione a questo mondo proponendo progetti dall'impatto emotivo e pratico di grande livello! 

Ognuno, per le proprie competenze e nel proprio ambito, può innescare un processo che consente di velocizzare la piena attuazione dei principi sanciti anche dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità che il nostro Paese ha ratificato ormai più di 10 anni fa.

Da persona che, ad un certo punto della propria vita, è stata catapultata nel mondo della disabilità, ripeto spesso che non bisogna aspettare che certe cose ci accadano in prima persona per accorgerci di quante barriere, culturali prima ancora che architettoniche o sensoriali, ancora oggi le persone con disabilità si trovano davanti e quanto quella che a molti può sembrare una disattenzione spesso ha tutti i connotati di una vera e propria discriminazione. Così, in una

Da parlamentare, in questi ultimi anni, ho cercato più volte di far emergere tante situazioni intollerabili e ho fatto la mia parte proponendo soluzioni o vie da seguire: penso alle mascherine trasparenti per le persone sorde che durante la pandemia non erano garantite; come anche ai sottotitoli o all'interprete della lingua dei segni nelle comunicazioni ufficiali del premier o negli spot promossi dal governo;

azioni legislative per garantire pari opportunità e penso, ad esempio, agli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e corpi civili dello Stato che, grazie ad una mia proposta della scorsa legislatura, poi assorbita dalla Riforma dello Sport, oggi godono degli stessi diritti degli altri atleti;

o, ancora, alla questione, ormai più che ventennale, del mancato aggiornamento del Nomenclatore LEA degli ausili, protesi e ortesi che preclude a tante persone con disabilità la possibilità di ottenere ciò che spetterebbe loro di diritto, ovvero dispositivi tecnologicamente al passo con i tempi, anche per le attività ludico-motorie e sportivo-amatoriali.

Anche su questo ho fatto la mia parte, facendo istituire nel 2020 un fondo sperimentale da 5 milioni di euro e di cui attendiamo ancora il decreto attuativo del Ministero della Salute. La lista è davvero lunga, ma reputo più utile oggi ricordare che milioni di persone con disabilità chiedono oltre che le giuste tutele, la garanzia dei propri diritti e più opportunità, anche lavorative, per raggiungere quella tanto e spesso acclamata inclusione e integrazione sociale che passa anche dall'abbattimento delle barriere architettoniche e, non meno importante, quelle culturali.