Cento giorni ma niente da festeggiare

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30/01/2023

Le posizioni dei vertici di Azione per i cento giorni del Governo Meloni

La reazione del segretario Carlo Calenda è stata pubblicata dal Foglio:

"I mesi del governo di Giorgia Meloni hanno alcuni tratti distintivi.

 Il primo è che tutto quello che ha raccontato nella sua vita in politica era una balla, nel senso che non c’è una singola cosa che lei abbia promesso, di cui si sia lamentata (vedi per esempio le accise), su cui abbia fatto interviste, video, campagne elettorali, TikTok che sia entrata nel programma di governo.

E questo vuol dire una cosa semplice: quando si è all’opposizione si può fare e pensare di tutto, tanto l’onere del governo è in capo a qualcun altro. Diversamente, una volta a Palazzo Chigi, la situazione cambia: le promesse (facili e mirabolanti) di colpo svaniscono. Se fossimo un paese serio questa sarebbe la prima cosa da rimarcare e a dare scandalo.

La seconda cosa da rimarcare è che dal punto di vista della legge di Bilancio ha seguito pedissequamente, e questo dal mio punto di vista è positivo, i provvedimenti che Mario Draghi aveva pianificato. La parte che non ha impostato l’ha fatta dando mance e mancette a Matteo Salvini, cioè la parte che non riguardava l’energia.

E sul resto cosa possiamo dire? Abbiamo litigato con la Francia, rischiando di compromettere consolidati rapporti diplomatici, partorito norme sugli atti osceni, sui rave, sul tetto al contante, sul Pos: in poche parole tutte stupidaggini. 

Mi pare evidente che si tratti di un governo di galleggiamento, privo di qualunque direzione tranne che in politica internazionale dove la direzione è condivisa. Quindi la definirei una storia triste, ecco: se mi dicessero “qual è la parola che definisce la ‘rivoluzione fascio-sovranista’ della Meloni?”.  “Tristezza, perché non ha praticamente fatto niente”.

Dello stesso avviso anche il Capogruppo a Montecitorio Matteo Richetti, che in una nota dichiara:

"Appena cento giorni e una serie infinita di retromarce e contrordini: come dimenticare il pasticcio del dl Rave, il gelo di Macron dopo le gaffes sui migranti, il frettoloso ripensamento sul Pos o la pantomima relativa al Mes, che noi del Terzo Polo chiedevamo di ratificare con rapidità, cosa che alla fine saranno costretti a fare perdendo nuovamente la faccia.

Un governo arrivato a un centimetro dall'esercizio provvisorio, che s'è incartato sulla proroga delle accise, che su scuola e autonomia incrementa le differenze esistenti e sulla giustizia ostacola il proprio ministro.

Cento giorni di spot, di chiacchiere, di quadernini degli appunti buoni per i social. Governare però è altra cosa, altro che festeggiamenti".