«Porterò a Strasburgo l’efficienza dimostrata nella lotta al Covid»
Di seguito l'intervista di Alessio D'Amato al Messaggero.
«In Europa per portare le “tre esse”: salute, sicurezza e scuola».
Alessio D’Amato, però per portare le tre esse in Europa bisogna prima arrivarci superando lo sbarramento del 4%.
«Sono molto fiducioso sul superamento della soglia da parte di Azione in modo brillante e avremo una rappresentanza per ciascun collegio elettorale compreso quello dell'Italia Centrale. Il mio obiettivo è quello di essere eletto in questo collegio e cercare di portare uno in Europa un po' di quella efficienza e di quella efficacia che abbiamo dimostrato durante la lotta alla pandemia che ci è stata riconosciuta anche dal ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock».
D’Amato, da settimane Azione chiede a gran voce di riaprire la questione del Mes sanitario.
«Esattamente. La discussione sul meccanismo europeo di stabilità è stata archiviata in Italia troppo frettolosamente. Da almeno un decennio nel nostro Paese sulla salute si investe la metà di quanto facciano Francia e Germania. Mancano all’appello 60mila infermieri: molti ragazzi preferiscono andare a lavorare all’estero perché sono migliori le retribuzioni e le prospettive di carriera. È stato un errore non prendere il Mes che a differenza del Pnrr che può essere speso anche per il personale. Sarebbe un’iniezione importante. I dati oggi ci dicono che le famiglie spendono più di 40 miliardi di tasca propria per fare esami medici e che 4 milioni e mezzo di italiani rinunciano alle cure. Ecco questi sono segnali che non possono essere sottovalutati. Bisogna riaprire in Europa la discussione sul Mes sanitario che qui da noi fu interrotta, soprattutto dai 5 Stelle prima e adesso anche dall'attuale Governo che non ha ratificato questo meccanismo europeo di stabilità che è l’unica possibilità concreta di riportare un livello di finanziamento pari alla media europea perlomeno alla media dei paesi Gold Standard come la Germania».
Ha parlato anche di sicurezza come di un tema da portare a Strasburgo.
«La prima causa di morte tra i giovani nel nostro paese, più di 3mila decessi ogni anno, è causata da incidenti stradali. E, purtroppo, questo avviene anche nella nostra città e nella nostra regione che sono maglia nera a livello nazionale. Ricorso che, ogni anno a Roma e nel Lazio, abbiamo l'equivalente dei decessi che si registrarono nella tragedia del terremoto di Amatrice».
Ma se è vero che spesso ci sono problemi infrastrutturali, è vero che molti incidenti avvengono con i conducenti che guidano sotto l’effetto di droghe o alcol.
«Dobbiamo puntare sull’uso di nuove tecnologie per contenere questi casi. E avviare un forte processo di sensibilizzazione e di educazione nelle scuole. La terza “esse” del programma di Azione».
(intervista a cura di Fer. M. Mag)