Newsletter | Grazie Milano!

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07/11/2022
Sostegno agli ucraini, elezioni regionali e Federazione.  
La piazza di Milano è stata un grande successo per partecipazione e qualità degli interventi. Abbiamo dimostrato che in Italia non esiste solo chi chiede la pace attraverso la resa degli ucraini. Questa è stata infatti la grande ipocrisia della piazza di Roma.
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Si possono avere idee diverse su negoziati, iniziative diplomatiche e cause del conflitto, ma se contemporaneamente si chiede di non sostenere più militarmente gli ucraini si fa solo il gioco del Cremlino. Appagare i dittatori cedendo pezzi di sovranità altrui non è solamente immorale, ma anche controproducente. Se non aiutiamo gli ucraini a fermare Putin oggi, dovremo farlo domani, direttamente in Polonia o in Moldavia. Almeno questa lezione dalla storia dovremmo averla imparata.
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Enrico Letta ha commesso un drammatico errore partecipando alla manifestazione di Roma. La sua legacy più importante, quella di aver tenuto una netta e coerente linea di politica estera, ne è uscita ammaccata e compromessa. Il cedimento alla cultura del "né con-né con" che dominava la piazza romana porta il PD sempre più vicino al M5S di Conte, in una posizione di subalternità.
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Per ciò che concerne le regionali, abbiamo preso la decisione di appoggiare Letizia Moratti in Lombardia e Alessio D'Amato nel Lazio, perché sono persone capaci che hanno gestito bene la campagna vaccinale. La sanità rappresenta la gran parte del bilancio delle due regioni ed è per noi, insieme all’istruzione, il pilastro del welfare state. Qualcuno storcerà il naso perché la Moratti ha governato con il centro destra, qualcun altro ricorderà contrariato che D'Amato viene dalle file del PCI; a noi tutto ciò non interessa.
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La missione politica e culturale di Azione e del Terzo Polo è la disarticolazione di un sistema politico che ha diviso popolari, liberali e riformisti collocandoli a destra e a sinistra e in ultimo sottomettendoli a partiti populisti (5S) e sovranisti (Lega e FDI). Questa estremizzazione della politica ha determinato un declino drammatico del Paese. Le linee di frattura tra chi ha militato nelle grandi famiglie politiche europee vanno ricomposte se vogliamo avere una chance di ricostruire l'Italia.
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Dal punto di vista valoriale Moratti e D'Amato sono entrambi europeisti e democratici che hanno tenuto la medesima intransigente linea sul Covid e dimostrato capacità organizzative. Tanto basta. Siamo aperti a discutere con il Partito Democratico, con Più Europa e con chiunque sia interessato a formare alleanze per le regionali, ma non possiamo più accettare di rimanere sospesi in attesa che il PD decida quale profilo vuole darsi, se quello di costola dei 5S o quello riformista. Stessa cosa vale per Più Europa, che appare ancora frastornata e confusa dopo la sconfitta elettorale.
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Andiamo dunque avanti con forza sul nostro progetto senza farci imporre l'agenda da altri. Entro novembre chiuderemo l'accordo di federazione tra Azione e Italia Viva.
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C'è molto da fare. Questo Governo ha iniziato malissimo. Confuso sulla politica economica, giustizialista sui provvedimenti anti rave, inumano nel modo di gestire gli immigrati salvati in mare, ammiccante nei confronti dei No-Vax.
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Noi siamo e rimarremo all'opposizione per costruire l'alternativa di cui l'Italia ha bisogno.
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