La guerra e i ragazzi
I miei figli, come immagino i vostri, sono profondamente sconvolti da quanto accaduto in Israele, così come dalle immagini che arrivano da Gaza. La decisione che abbiamo preso è stata quella di parlarne approfonditamente. Tentare di nascondere o ammorbidire le notizie oggi non è qualcosa che può funzionare.
Uno dei miei figli è venuto con me alla manifestazione di solidarietà con Israele, un altro è stato colpito dalle conseguenze della reazione Israeliana. Entrambi hanno dubbi e perplessità. Chiedono come si può uscirne senza morti civili. Difficile spiegare che ci sono casi in cui la guerra è necessaria.
Tutti e quattro sono molto angosciati. Le risorse della generazione cresciuta con il COVID e l’Ucraina sono davvero messe a dura prova. Sentono che tutto sta cambiando in peggio. Ieri mio figlio mi ha chiesto se secondo me anche loro dovranno andare in guerra prima o poi. Non ci sono risposte facili a questa così come ad altre domande. Abbiamo però deciso di parlarne tutte le sere, seguendo la situazione passo passo. Molto di più non si può fare.
Ma almeno questo, parlarne quotidianamente, è indispensabile.