Matteo Richetti: «Salvini non ha rotto con Putin, la premier deve sfiduciarlo»

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03/04/2024

L'intervista di Matteo Richetti a Domani

Matteo Richetti, lei è il primo firmatario della mozione di sfiducia contro il vicepremier Matteo Salvini che oggi forse sarà votata alla Camera. La Lega dice che l’accordo con Russia Unita, il partito di Putin, non ha "più valore dopo l'invasione dell'Ucraina". Non basta?

L'invasione della Russia per la Lega è stata così dirimente che il rinnovo di quell'accordo è avvenuto dopo. Quel contratto, che data 2017, finiva nel 2022, salvo rinnovo. Ed è stato rinnovato, ad invasione dell’Ucraina avvenuta.

La Lega elenca i premier italiani che prima di lui hanno stretto accordi con Putin.


A Salvini è richiesta l'esposizione al parlamento di un atto di revoca di quell'accordo. Inutile che ci giri attorno. Se ho un contratto di affitto, smetto di pagare il giorno in cui produco un recesso. Quell’accordo dice anche come si supera: quando un contraente farà una comunicazione ufficiale. E questa comunicazione non è mai avvenuta. Le ambiguità dei rapporti filoputiniani di Salvini ormai sono un elenco così lungo da mettere in imbarazzo il governo. Non sarà un caso che la lista di soggetti che in Italia sarebbero portatori di rapporti con la Russia di Putin, che Zelensky ha annunciato, si è inabissata.

Crede che in quella lista ci sia Salvini, o la Lega?

Riferisco quello che dicono i giornali. Leggo di un imbarazzo rispetto ai rapporti di sostegno da parte di Meloni verso Zelensky. Che forza ha la posizione del governo italiano se poi il vice di Meloni ha un protocollo firmato con l'invasore dell'Ucraina? Meloni deve sapere che ogni volta che in consiglio dei ministri condivide un'informazione sensibile sulla sicurezza nazionale, in quel consiglio qualcuno ha un impegno formale a condividerla con Putin.

La Lega è la spia di Putin?

L’accordo impegna Salvini a uno scambio di informazioni.

Altre volte Azione ha sostenuto che le mozioni di sfiducia compattano la maggioranza. Stavolta no. Perché?

Perché c'è un limite. Come opposizioni ci siamo chiesti: possiamo fare finta di nulla in una discussione geopolitica da brividi, con la Nato che riflette su un’eventuale risposta bellica, i paesi Baltici che temono l'aggressione di Mosca, e i servizi tedeschi che annunciano per il 2025 un attacco di Putin per estendere il conflitto?

Azione voterà anche la sfiducia alla ministra Santanché?

Come sempre ci confronteremo nel gruppo. Personalmente le dico di sì. Siamo garantisti, ma dalle cose che emergono, la ministra ha un problema di opportunità grande come una casa.

Nel luglio 2023 non avevate partecipato alla sfiducia. Anzi Calenda aveva detto che la mozione era un regalo alla ministra.

Non votiamo ogni sfiducia in maniera astratta e automatica. La posizione di Santanché nei fatti si è aggravata. Non è opportuno che la ministra resti in carica.

Italia viva non voterà la sfiducia a Salvini. Perché?

Lo chieda a loro. Parlano di garantismo, ma stavolta non c'entra nulla: il punto è politico.

Renzi annuncia nuovi ingressi in Iv. Vi scappano i parlamentari?

Non mi risulta. Il gruppo che presiedo è cresciuto negli ultimi mesi. Siamo impegnati a costruire una campagna elettorale che per noi sarà un punto di svolta, siamo già in campo.

In campo, ma da soli: è definitivo il no alla lista Stati uniti d'Europa?

È definitivo il no ad una lista che mette insieme Cuffaro, Mastella, Renzi e Bonino. Io inoltre sono il capogruppo che ha ricevuto per conoscenza dal presidente Fontana una lettera firmata da nove deputati di Iv che lasciavano il gruppo: sarebbe bizzarro che oggi facessi finta di nulla. Il nostro no è fermo dal primo giorno. E non è una notizia. Sa qual è la vera notizia? Che Azione candida Leonardo Lotto, il ragazzo insignito da Mattarella che, dopo un incidente terribile, ha fatto un discorso memorabile durante la sua laurea. Stupiremo gli elettori con la qualità delle liste. Se Più Europa vorrà esserci, ben venga. Ma è escluso che quello che si è rotto, il rapporto fra Azione e Iv, venga riaggiustato per convenienza.

Anche con Più Europa avevate rotto alle politiche.

Quella è stata una legittima scelta differente. Loro hanno aderito a una coalizione con Pd, Bonelli, Fratoianni e Di Maio, noi no. Ma ci sono scelte diverse, che non precludono la possibilità di lavorare insieme, e rotture irrecuperabili, quella con Iv.

Maria Elena Boschi dice che da voi si aspetta un cambio “last minute”.


Chi non è abituato alla coerenza pensa che anche agli altri possa venire meno. Ma non ci sarà nessun cambio last minute.

Non temete di non acciuffare il 4 per cento?

No.

Lei e Calenda vi candiderete?

Il nostro segretario ha fatto un appello a non trasformare le europee in un referendum sulle leadership. Se così non sarà, e ci troveremo in campo Meloni, Schlein, Tajani, Renzi, valuteremo.

Chi si candida resta a Bruxelles?

Chi si candida contribuisce a fare il miglior risultato possibile, la nostra propensione è di fare liste di persone che vanno in Europa: il generale Camporini, Caterina Avanza, grande esperta di agricoltura, Mario Raffaelli, che ha trattato la pace in Mozambico.


Dopo le europee c’è possibilità di un'alleanza con il centrosinistra? Calenda dice mai.

Le opposizioni hanno elementi di divisione, ad esempio tutto divide noi e Conte. Certo non possiamo fare accordi con chi vuole smettere di sostenere l'Ucraina. E se anche nel Pd prevale quest’idea, c'è un problema molto serio. Quindi: da parte nostra non c'è un'indisponibilità a costruire alleanze, purché coerenti.


(Intervista a cura di Daniela Preziosi)