Bene la visita a Caivano, ma che non sia solo una passerella: serve un pacchetto antiviolenza subito
L'intervista di Mariastella Gelmini a Il Giornale
Onorevole Mariastella Gelmini, Giorgia Meloni annuncia di voler accogliere l'invito di Don Patriciello e andare a Caivano, sul luogo dello stupro di gruppo delle due bambine. Un gesto che può avere qualche utilità?
«Far sentire la presenza dello Stato in un luogo così difficile come Caivano è utile, purché non sia una passerella. Giorgia Meloni fa bene a compiere questo gesto e a rispondere all'appello di don Patriciello. A patto che ci sia poi in Parlamento un impegno concreto: bisogna approvare un nuovo pacchetto di misure antiviolenza, che contempli anche le proposte presentate dall'opposizione. Su questo tema non devono esserci divisioni».
La premier promette che non sarà una semplice visita, il governo cercherà di «offrire sicurezza» alla popolazione. Come dovrebbe farlo?
«Potenziare la presenza delle Forze dell'ordine e presidiare ulteriormente il territorio può essere importante, ma non è sufficiente. Serve anche un'alleanza tra scuola, famiglie e associazioni della società civile. Servono più risorse per i centri antiviolenza e le case rifugio che operano ogni giorno a sostegno delle donne».
Si sta assistendo ad una nuova impennata di casi di violenza, soprusi e tentativi di umiliazione sulle donne, anche da parte di giovanissimi come a Caivano. Secondo lei perché?
«Ogni volta ci illudiamo che i fatti di cronaca che leggiamo siano casi isolati, ma purtroppo non è così. La violenza spesso resta sommersa, le donne per esempio che denunciano sono poche. La violenza di genere, una violenza fisica, psicologica ma anche di tipo economico, è un fenomeno strutturale che richiede un'azione costante. La sfida è duplice: rafforzare le norme penali e agire sul piano culturale».
Lei si è fatta interprete, insieme ad altre dirigenti politiche, della campagna di denuncia contro violenza di genere e femminicidi. C'è secondo lei la possibilità di un'azione comune tra centrodestra e centrosinistra almeno su questo tema?
«Qualche giorno fa ho rivolto un appello al governo e a tutte le forze presenti in Parlamento affinché su questo tema ci sia la volontà e il coraggio di andare oltre gli schieramenti, oltre ogni colore politico. Un impegno che deve arrivare anche da parte del governo: in Parlamento ci sono da tempo delle proposte di legge di cui una a mia firma che nasce dalle norme antiviolenza approvate dal governo Draghi, un lavoro fatto con le colleghe Carfagna e Bonetti, a cui presero parte anche alcune forze politiche dell'attuale maggioranza. Si prendano in considerazione anche le nostre proposte».
Crede che il fatto di avere un presidente del Consiglio donna, per la prima volta nel nostro Paese, possa avere un effetto positivo, almeno sull'attenzione a questi temi?
«Credo che Giorgia Meloni abbia una grande opportunità, quella di costruire una forte trasversalità su questo tema dimostrando di saper fare squadra con le donne presenti in Parlamento e che da tempo si battono su questo fronte. Reputo l'approvazione del testo Bongiorno condivisibile, ma molto limitato. Ora ci sono tutte le condizioni per dimostrare agli italiani che siamo in Parlamento per far accadere le cose, non per polemizzare o acchiappare like sui social, e che il governo non opera a botta di decreti legge ma, nel rispetto del Parlamento, ha la maturità di coinvolgere il lavoro delle opposizioni».
Intervista a cura di Lces