Investiremo sui territori e su una nuova classe dirigente

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06/02/2023

L’intervista di Matteo Richetti a La Voce Impertinente

On. Matteo Richetti il caso Cospito quali riverberi potrebbe avere sulla salute del governo?

Sicuramente gli strascichi di una gestione disastrosa. Dalle insinuazioni offensive verso le opposizioni fino alla difesa imbarazzata e imbarazzante del Ministro Nordio sul caso Donzelli-Del Mastro. La rivelazione di quelle intercettazioni è un fatto gravissimo e inaccettabile.

 Le sembra lecito riaprire un dibattito sul 41 bis?

La politica può discutere di tutto, anche del 41 bis. Non in questo modo però, accusandosi reciprocamente di commistioni e collusioni.

 Ilaria Cucchi si è recata in carcere da Cospito per sincerarsi delle sue condizioni così come hanno fatto in precedenza esponenti del Pd. C’è una parte della politica che “coccola” l’anarchismo?

No, non intendo accedere a questa idea che sarebbe irricevibile. Ci sono parlamentari che svolgono le loro prerogative: si recano in carcere a fare visita ai detenuti.

I partiti si dividono sul ddl Autonomia. Ma a chi giova l’autonomia differenziata?

A nessuno. Crea ulteriore burocrazia da Nord a Sud e indebolisce la capacità di avere una unica strategia su questioni vitali come energia e rapporto con l’Europa.


Si fa un gran discutere delle enunciazioni del Ministro Nordio sulla giustizia. Azione converge col Ministro, intanto molti magistrati sono in allerta. Si aprirà un’altra stagione di guerra civile tra toghe e politica?

In questo clima il rischio è la più totale inconcludenza. Addio riforme e recupero di una giustizia garantista. Con l’ennesimo danno ai politici seri e a tutti quei magistrati che non vivono di ospitate televisive.

Quando nasceranno i primi problemi per il governo?

Dopo le europee, quando le forze politiche di centrodestra aggiorneranno i rapporti di forza interni.

 È opportuna la presenza dì Zelensky a Sanremo?

La possibilità che il capo di governo di un Paese attaccato che si difende e resiste possa testimoniare quella resistenza è sempre un fatto positivo

Sta nascendo il Partito della Nazione. È una Margherita 4.0?

E' un partito che non ne può più di questo "bipopulismo". Guardi la Lombardia, ma si può scegliere tra la prosecuzione del disastroso Fontana e Maiorino che vuole portare i grillini al governo?


Chi mette nel pantheon di questo soggetto tra i personaggi che hanno fatto la storia?

Quelli che ho messo da sempre nel mio impegno politico: Dossetti, Moro, Zaccagnini. E chi viene dalla cultura liberale, repubblicana o socialista arricchisce questo progetto.

Calenda e Renzi hanno due caratteri non proprio maneggevoli. Si contenderanno la leadership a colpi bassi?

La Federazione che abbiamo costituito ha un leader, come da parole di Renzi stesso, ed è Carlo Calenda. Il leader è necessario ma non sufficiente. Ora serve radicare il progetto, investire sui territori ed esprimere nuova classe dirigente. Ce la faremo.

 Come vedrebbe una leader donna, magari Mara Carfagna?

Mara è una delle più importanti personalità della politica italiana. Io credo nei partiti a leadership plurale. E Mara è certamente tra queste.

(Intervista a cura di Felice Massimo de Falco, disponibile qui)