Con Orbán o con l’Ue? Sui diritti civili la Premier oscilla, giusto il richiamo degli Stati Uniti
L’intervista a Repubblica di Mara Carfagna
Mara Carfagna, presidente di Azione ed ex ministra delle Pari opportunità, non è rimasta sorpresa dal richiamo di Biden a Meloni sui diritti Lgbtq+, rivelato da Repubblica.
C'era da aspettarselo?
Credo che il richiamo avesse un suo fondamento. Innanzitutto perché negli Stati Uniti il tema dei diritti e delle disuguaglianze è sempre stato centrale. E poi perché alla comunità internazionale non è ancora chiaro se sui diritti civili la destra italiana intenda seguire la via dei suoi alleati europei, Orbán e Abascal tra tutti, o se stia evolvendo verso una visione più "occidentale" ed europea.
Secondo lei? Dove va la destra?
Da quando è al governo, Giorgia Meloni ha cambiato pelle, toni e postura su molte questioni: dall'immigrazione all'Europa, e finora sui diritti non ha aperto la partita contro-riformista che la sinistra si aspettava. Però è un fatto che non abbia neppure revocato il suo sostegno a partiti come Vox che (per citare qualche esempio) negano l'esistenza della violenza contro le donne, vogliono cancellare le leggi in materia e propongono di abolire l'aborto nelle strutture pubbliche.
Sono al governo da nove mesi, magar ila controriforma sui diritti civili è solo rimandata.
A me non piace fare processi alle intenzioni. Ripeto, il governo Meloni non ha fatto passi indietro, ma nemmeno i passi avanti che tutti ritengono urgenti e indispensabili. Sul contrasto ai femminicidi si è scelta la strada lunga e complicata del disegno di legge e non la via accelerata del decreto, pure utilizzato per problemi assai meno rilevanti come i rave party. Sulle adozioni ordinarie e speciali, via maestra per fermare il mercato della gestazione per altri e tutelare i bimbi già nati, non risultano iniziative. E non solo su queste, purtroppo.
Quali altri diritti sono stati trascurati?
Il diritto alla maternità, che è strettamente legato al reddito delle donne e ai servizi come gli asili nido. Il salario minimo: introdurlo significa sostenere soprattutto le donne, che rappresentano il 56% dei potenziali beneficiari. Attuare fino in fondo il capitolo asili del Pnrr e realizzare il Lep fissato dal governo Draghi su mio input avrebbe effetti importanti. Eppure sono entrambe misure messe in discussione dalla maggioranza. E la maternità anziché un diritto rischia di diventare il privilegio di chi può permettersela.
Maggioranza e governo su questi temi mostrano scarsa sensibilità?
Al limite posso capire, anche se non condividere, la renitenza su diritti considerati da sempre "di sinistra", come contro le discriminazioni della comunità Lgbtq+, ma davvero non mi spiego i dubbi sulla maternità ei ritardi sul pacchetto di norme contro la violenza sulle donne che, a parole, la destra ha sempre difeso.
Appunto, pur avendo un premier donna non sembrano interessati.
Da liberale di centro ho sempre considerato i diritti non come una bandierina ideologica, ma una questione molto seria da affrontare con azioni concrete: lo dimostrano la legge sullo stalking, il fondo per gli orfani di femminicidio, il reato di matrimonio forzato, la campagna contro l'omofobia. È su questo approccio che si misura la credibilità, anche internazionale, del governo italiano.
Intervista a cura di G. Vitale