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20/07/2023

L’intervista di Alessio D’Amato a Fanpage.it

Alessio D’Amato, ex assessore alla Sanità, a Fanpage.it: “Nulla di nuovo, sono investimenti che abbiamo lasciato in eredità”. E sul passaggio ad Azione: “Io ho posto un problema politico, che riguarda il posizionamento del Pd e una subalternità, a mio avviso, ai 5 Stelle”.

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha presentato il piano di investimenti per il rilancio della Sanità. Un intervento da oltre 1 miliardo di euro. Alessio D'Amato, lei ha detto che si tratta di opere già programmate dalla giunta Zingaretti, della quale lei è stato assessore alla sanità. Ci spieghi…

Questa è una programmazione che Rocca ha ereditato, grazie al buon governo della Regione che gli consente oggi di avere nelle casse oltre un miliardo di euro. Noi avevamo già fatto due delibere, una nel giugno 2022, una a settembre 2022, con le quali abbiamo avviato questa programmazione. Direi, quindi, nulla di nuovo, se non l'eredità di importanti investimenti che abbiamo lasciato. Adesso però dovrà metterli a terra questi investimenti, ed è questo il punto decisivo, perché dal momento della programmazione al momento dei cantieri passano a volte molti anni. In conclusione: Rocca può beneficiare del nostro buon governo, che gli consente oggi di poter annunciare questi investimenti, ma ripeto che non c'è niente di nuovo rispetto a ciò che avevamo fatto.

Durante la conferenza stampa di presentazione, Rocca ha parlato dello spostamento del Policlinico Umberto I e della riapertura dell'ospedale San Giacomo. Su questo è d'accordo?

Per quanto riguarda il Policlinico, la priorità è quella di utilizzare le risorse che già ci sono, cioè 240 milioni, con l'apertura dei cantieri prevista entro l'anno e con l'obiettivo di mettere in sicurezza e migliorare la qualità dell'Umberto I, che è l'ospedale più importante della città e che ha bisogno di un restyling molto importante. Su uno spostamento, finora di serio e di reale non c'è nulla. Per cui, prima di parlare di questo, io mi occuperei dei fondi che avevamo recuperato e che già ci sono, quindi, per la ristrutturazione, altrimenti parliamo soltanto di un libro dei sogni. Sul San Giacomo, sicuramente non sarà un ospedale per acuti, non può esserlo. Non conosco il progetto, ma da quello che ho capito sarà un ospedale di comunità, cioè a bassa intensità assistenziale. Anche qua, però, siamo in attesa di avere un progetto concreto.

Capitolo bilancio: lei ha detto che si rischia un nuovo commissariamento sulla Sanità. Ma Rocca ha respinto al mittente l'accusa, dicendo che la colpa è della giunta Zingaretti. È vero?

Noi in dieci anni abbiamo azzerato il disavanzo annuale sanitario, che è stato sempre portato al di sotto della soglia del 5% del trasferimento del fondo sanitario nazionale. Questa soglia è l'alert con cui lo Stato guarda le Regioni e quando viene superata questa asticella, ecco che scattano i meccanismi che portano al commissariamento. Il rischio concreto che c'è, e che ha annunciato lo stesso Rocca, è che nel 2023 il disavanzo superi la soglia dei 600 milioni di euro, cioè il famoso 5%. Se questo dovesse accadere, noi faremmo un salto all'indietro di 10 anni fa. Ci troveremmo tutto ad un tratto nella situazione che abbiamo vissuto nel 2013, con il disavanzo di meno 669 milioni.

Quindi il commissariamento è un rischio concreto?

Dal momento che questo scenario per il 2023 è tendenziale, ho presentato un'interrogazione per capire quali misure si stiano adottando proprio per contenere questo disavanzo. Se non verrà fatto niente, e ad oggi non vedo alcuna misura in tal senso se non, al contrario, l'aumento della spesa per il ricorso ai privati, il commissariamento sarà una conseguenza automatica. Nel 2022 abbiamo avuto un disavanzo di 218 milioni, sotto al 5%, legato, soprattutto alla pandemia e al Covid. Purtroppo lo scenario tendenziale per il 2023, se dovesse andare come Rocca dice, è un fatto molto grave per la Regione e non può attribuirlo a noi. Ma ripeto, la domanda è: cosa sta facendo per evitare il commissariamento? Perché se non sta facendo nulla, questo è grave.

Lei ha detto che uno dei primi investimenti in Sanità di Rocca è consistito nel dare soldi ai privati. Questo è servito, secondo il presidente, per risolvere il problema del sovraffollamento dei pronto soccorso. È così?

Il sovraffollamento non si affronta dando più soldi ai privati, ma si affronta mettendo velocemente a terra il piano del potenziamento della sanità territoriale, previsto dal Pnrr. Su questo c'è però un ritardo sia a livello nazionale che regionale. Ci sono 800 milioni di euro per rafforzare la sanità territoriale, con la sanità domiciliare, la rete di prossimità con le case della salute, la digitalizzazione. Due terzi degli accessi ai pronto soccorso sono codici verdi e bianchi, cioè non gravi. Significa che il cittadino vede nel pronto soccorso l'unica strada per risolvere i propri problemi. Se si va nella direzione del privato, non solo non si risolverà il problema, ma i costi inevitabilmente aumenteranno.

Veniamo al suo passaggio ad Azione, il partito di Carlo Calenda. I suoi ex colleghi del Pd hanno parlato di ‘scelta ingenerosa' dal momento che lei è stato candidato alla presidenza della Regione Lazio…

Intanto ero il candidato di una coalizione e questa mia candidatura ha portato in dote oltre 70mila voti in più rispetto ai voti delle liste a mio sostegno. Io ho posto un problema politico, che riguarda il posizionamento del Partito democratico e una subalternità, a mio avviso, ai 5 Stelle. Questo per me è un elemento politico serio ed importante, e rispetto a questo non ho avuto alcuna risposta. Mi sono dimesso dall'assemblea nazionale, auspicando un confronto, ma dalla segreteria nazionale c'è stata una sorta di indifferenza a questa mia richiesta. Ho preso atto di questa indifferenza e ho deciso di aderire ad Azione.

Perché ha scelto di aderire ad Azione?

Per rafforzare il fronte riformista all'interno del centrosinistra, alternativo al centrodestra, che resta il nostro avversario. Il mio passaggio è legato anche alla concretezza, quella concretezza che mi ha contraddistinto durante la pandemia. Dire le cose chiaramente: per esempio sono contento del pronunciamento di oggi del Tar. Il termovalorizzatore di Roma va fatto, senza indugi. Ad esempio, ancora, a Roma un altro tema che andrebbe affrontato con determinazione è il problema dei taxi. Occorre aumentare le licenze e anche qui serve concretezza e chiarezza. La mia decisione nasce da questo elemento di concretezza, non di contrapposizione.

(Intervista a cura di E. Tata disponibile qui)