Un’area moderata che va rafforzata

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29/02/2024

L’intervista di Elena Bonetti a Repubblica

Elena Bonetti, ex renziana, ora deputata di Azione, i “terzi poli” vanno sempre in malora: lo dice anche Romano Prodi. Il Professore ha una certa esperienza, non crede?

“Non direi che va sempre così. Alle politiche abbiamo preso l’8%. Nelle regionali sarde il candidato da noi appoggiato, Renato Soru ha avuto l’8%; in Lombardia con Letizia Moratti avevamo raccolto il 10%. Ma soprattutto noi continuiamo a ritenere che ci sia una visione di Paese che non trova casa. Ricordo rispettosamente a Prodi che quando nasce il bipolarismo, è lui, un cattolico moderato, a guidare la coalizione portando al governo la sinistra. I due Poli erano a trazione centrista, nel centrodestra era Forza Italia a fare da traino. Oggi è proprio l’area moderata che va rafforzata”.

Ma solo l’unità fa vincere, se il centrosinistra si propone di essere alternativa alla destra. Azione apre a un rientro nel campo largo?

“Non crediamo ci sia un campo largo credibile e coerente del centrosinistra. Abbiamo divergenze politiche su temi strategici per il Paese. Penso alla politica estera. Come si può stare con i 5Stelle così ambigui e equidistanti da Trump e Biden? Né ci appartiene l’approccio sull’Ucraina. Poi ci sono le distanze sul piano industriale di investimenti Ue. Per noi è indispensabile accelerare sulla transizione green e digitale, stando lontani da qualsiasi ideologismo. L’approccio deve essere di investimenti, non di veti. Se il Pd sceglie in modo definitivo una alleanza strutturale politica con i 5Stelle, non c’è spazio per essere insieme in futuro. Le politiche degli estremi non sono le nostre”.

Conte invita Calenda, il leader di Azione, a dire cosa vuole fare da grande. Cosa volete fare da grandi?

“Tranquillizziamo il presidente Conte, la nostra partita è altra dalla sua. Noi ci siamo per dare casa a chi non ci sta a farsi rappresentare da una politica del conflitto tra populisti e sovranisti che troppi danni ha già fatto al Paese”.

In pratica le aperture sono solo a livello locale?

“L’apertura vale a livello locale dove però ci siano spazi per costruire una proposta amministrativa efficace e utile a governare. In Abruzzo con la candidatura di Luciano D’Amico, come in Calabria sosteniamo il forzista Roberto Occhiuto".

Però avete preso una bella lezione dalla Sardegna: risultato scarso per la vostra lista e l’irrilevanza di Soru.

“Ma la vittoria per qualche decimale, dello 0 virgola e al fotofinish, mostra più che mai che l’area che rappresentiamo è tutt’altro che irrilevante”.

In sintesi. In Piemonte dialogherete con il forzista Cirio e in Basilicata sarete nel gruppo del centrosinistra con, forse, Angelo Chiorazzo?

“Staremo nelle coalizioni larghe valutando quale sia il miglior progetto per quella Regione. Una cosa è certa: non è con le politiche dei No che si possono governare Regioni strategiche come Piemonte e Basilicata, dove le questioni energetiche e infrastrutturali sono prioritarie”.

Europee. No con +Europa di Bonino?

“Con +Europa abbiamo un dialogo aperto e crediamo negli Stati Uniti d’Europa ma non per una lista di scopo che non sia fondata su un progetto politico unitario”.

Diciamo che soprattutto non ci state con il vostro ex, Renzi?

“Renzi non ha voluto il progetto politico di un partito unico e ha rotto i gruppi parlamentari. Che senso avrebbe una lista insieme?”

(Intervista a cura di G. Casadio disponibile qui)