Catasto, totale irresponsabilità del centrodestra

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03/03/2022

Calenda: "Abbiamo sostenuto lealmente e con convinzione la riforma. A forza di tirare la corda Salvini e amici rischiano di provocare un disastro".

Le dichiarazioni di Carlo Calenda a seguito del voto contrario del centrodestra - che spacca la maggioranza - sulla Riforma del catasto in Commissione finanze alla Camera: "Un atto di totale irresponsabilità del centrodestra che avrebbe potuto mettere a rischio il governo in mezzo alla crisi Ucraina. Abbiamo sostenuto lealmente e con convinzione la riforma. A forza di tirare la corda Salvini e amici rischiano di provocare un disastro".

Ecco il commento dell'On. Nunzio Angiola che ha votato a favore della riforma in Commissione finanze.

"Per la Lega, le rendite a valori di mercato e i valori patrimoniali sono un autentico tabù e poco importa che l'attuale catasto crei forti distorsioni e iniquità, e che siano assolutamente esclusi aggravi di imposte nei prossimi anni.

Per la Lega, poco importa che i dati catastali siano fortemente disallineati, per il semplice fatto che si sono formati in epoche storiche spesso molto differenti, con una conseguente disparità di trattamento degli immobili, non solo tra immobili di diverso pregio, ma anche tra quelli identici.

Per la Lega, poco importa che la somma delle rendite catastali degli immobili del gruppo A), esclusi gli uffici, ammonti complessivamente a circa 16,9 miliardi di euro che, se rapportati a 34,9 milioni di immobili, ci danno una rendita media di meno di 500 euro che è all'incirca il 10/15% del canone che, sempre in media, potrebbe essere ottenuto sul mercato, concedendo in affitto il bene.

Per la Lega poco importa che il passaggio dalla rendita alla base imponibile dell'IMU, avvenga tramite un moltiplicatore oggi pari a 160, deciso molti anni fa dal Governo Monti. Questo moltiplicatore crea effetti distorsivi enormi perché si applica senza distinguere gli immobili, e quindi alle rendite che si sono stratificate disordinatamente nel tempo.

Per la Lega poco importa che l'Italia resti il fanalino di coda in Europa".