Riforma CSM: nostri emendamenti per vera responsabilità civile e valutazioni toghe

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10/03/2022

Costa: "Un solo obiettivo: far emergere i bravi magistrati rispetto ai meno bravi".

 

"Un solo obiettivo. Far emergere e premiare i bravi magistrati rispetto ai meno bravi (oggi tutto è in mano alle correnti). Una serie di emendamenti e subemendamenti al testo del Governo sul CSM (depositati oggi) che saranno salutati con favore da quelle toghe che lavorano con impegno, in silenzio, senza sponsor, senza palcoscenico mediatico


Proponiamo l’introduzione del fascicolo di performance del magistrato in cui siano contenuti tutti i risultati professionali, ivi compresi gli insuccessi, come inchieste flop, arresti ingiusti, rinvii a giudizio superficiali, inerzia nelle indagini, sentenze ribaltate. Il numero di sentenze di assoluzione impugnate e confermate nel grado successivo deve costituire uno degli elementi da tenere in considerazione ai fini della valutazione. Prevediamo una pagella per i magistrati con voti da 4 a 10 e solo chi consegue un 8 un 9 o un 10 ha diritto alla progressione di stipendio. Oggi le valutazioni di professionalità dei magistrati sono delle finzioni - il 99% sono promossi - e le correnti della magistratura continuano ad imperversare, impedendo di premiare i più meritevoli.


Proponiamo nuove regole per la responsabilità civile che corrispondano al testo del quesito referendario non ammesso dalla Corte Costituzionale; inoltre la soppressione dell’esenzione di responsabilità per l’attività di interpretazione di norme e di valutazione del fatto e delle prove.


Proponiamo un concorso scritto di idoneità a svolgere incarichi dirigenziali per i magistrati che intendono concorrere a ruoli apicali direttivi (Procuratore Capo o presidente di Tribunale). Un sub emendamento, inoltre, chiede di sancire una netta separazione delle funzioni tra Pm e giudici, non consentendo in carriera alcun passaggio da un ruolo all’altro. Il testo che proponiamo riprende il quesito referendario.


I nostri emendamenti prevedono un approccio rigoroso per contrastare il fenomeno delle porte girevoli tra magistratura e politica: bisogna estendere lo stop alle porte girevoli anche per i magistrati candidati alle elezioni, ma non eletti. Chi si presenta alle elezioni, anche se non eletto, deve essere inquadrato in un ruolo autonomo del Ministero della Giustizia, di un altro ministero o della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e non svolgere più funzioni giudiziarie. Proponiamo di ridurre da 10 a 5 anni la durata massima del collocamento fuori ruolo, e di autorizzare attività fuori ruolo solo per incarichi che la legge riservi esplicitamente ed esclusivamente ai magistrati, prevedendo inoltre, per i fuori ruolo, lo stop alle indennità aggiuntive (rispetto allo stipendio da magistrato per le toghe che vanno fuori ruolo), lo stop a incarichi direttivi e semidirettivi per i successivi 4 anni e, che ai fini delle progressioni di carriera, non venga computato il periodo di collocamento fuori ruolo. Infine, presso gli uffici legislativi del Ministero della giustizia, la quota di magistrati non deve in ogni caso superare il 30% del personale. E ancora, stop agli incarichi extragiudiziari, salvo le docenze gratuite.


Abbiamo inoltre immaginato nuove fattispecie di illecito disciplinare. Tra queste il caso di conferenze stampa in assenza dell’interesse pubblico; l'aver concorso all'adozione di provvedimenti restrittivi della libertà per i quali sia stata disposta la riparazione per ingiusta detenzione. Prevediamo inoltre la soppressione di varie ipotesi di esenzione da responsabilità disciplinare oggi previste dalla legge.


Per quanto riguarda la legge elettorale si propone che il rapporto tra la quota di eletti che provengono dalle funzioni giudicanti e la quota di eletti che provengono dalla funzione requirente deve rispettare la proporzione esistente tra magistrati giudicanti e magistrati requirenti al momento della presentazione delle candidature. No ad un CSM fatto di soli PM".

Enrico Costa, deputato e Responsabile Giustizia.